L’esecutivo di Mario Draghi sta accelerando sulla riforma delle politiche attive del lavoro. L’obiettivo è semplificare il più possibile le regole e rivedere la struttura degli ammortizzatori sociali, oltre a riformare nel concreto le pensioni per far ripartire il mercato dell’occupazione. Fra i dossier del ministro del Lavoro Andrea Orlando c’è anche una rimodulazione del Reddito di Cittadinanza, attualmente percepito da circa un milione e trecentonila famiglie italiane, per un totale di circa tre milioni di cittadini.
Fra questi percettori, come spiega il sito de Il Giorno, oltre un terzo è ‘occupabile‘, cioè può lavorare. Sembra innanzitutto esclusa la possibilità di una cancellazione del RdC, mentre è più probabile una ricalibrazione del sussidio per renderlo sostenibile per le casse dello stato già fiaccate dalle uscite dovute alla crisi pandemica. L’obiettivo è trasformare il Reddito di Cittadinanza da misura puramente assistenzialistica a misura capace di promuovere formazione e occupazione.
Due novità!
Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, sta lavorando a un meccanismo di rinnovo del sussidio a partire da due interventi: il primo comporterà una restrizione dell’ambito del suo rinnovo dopo i diciotto mesi per tutti i percettori riconosciuti “occupabili”, senza possibilità di rinnovo, il tempo necessario quindi per trovare un’occupazione. Il secondo intervento riguarderà molto probabilmente l’introduzione di un sistema premiante a favore dei percettori che hanno trovato occupazione. Una delle più insistenti critiche è che il RdC deriva dalla normativa sottostante, che in alcuni casi può disincentivare il beneficiario a trovare un’occupazione, e condurlo a richiedere il rinnovo del sussidio alla scadenza dei diciotto mesi.