Reddito di Cittadinanza: qualcuno dovrà restituirlo

Reddito di Cittadinanza, sei mesi extra, per chi?

Il governo di Giorgia Meloni, fin da prima di essere nominato, ha dichiarato guerra ai furbetti del Reddito di Cittadinanza, e d’altra parte nei mesi scorsi la leader di Fratelli d’Italia ha dedicato molta attenzione alle notizie riguardanti le truffe sul Reddito di Cittadinanza, le cui frodi sono costate allo Stato – secondo dati ufficiali – 288 milioni di euro.

Il governo di centrodestra vuole togliere il Reddito di Cittadinanza a chi può lavorare, e per farlo potrà procedere in due modi: modificando la legge, mantenendo il diritto al sussidio solamente ai soggetti fragili, a quelle persone che non sono nella condizione di poter lavorare. Tuttavia, trattandosi di un diritto acquisito, coloro che già lo percepiscono continueranno a goderne fino a scadenza naturale di diciotto mensilità, o comunque fino a quando ne mantengono i requisiti.

Un altro modo, come spiega il sito Money.it, è quello di applicare quanto già previsto dalla normativa, potenziando il sistema di tracciamento delle offerte di lavoro congrue così da togliere subito il Reddito di Cittadinanza a coloro che rifiutano per due volte di andare a lavorare, o già al primo rifiuto per coloro che lo percepiscono da più di dodici mesi.

Ma c’è anche un terzo modo: incrementare i controlli così da togliere il sussidio a tutti coloro che non sono in regola con la normativa, ad esempio a chi nel contempo svolge un’attività di lavoro nero. Nonostante l’importante lavoro svolto dalla Guardia di Finanza, infatti, sono ancora molti i percettori del Reddito di Cittadinanza che per non perdere il beneficio di Stato accettano di lavorare in nero così da arrotondare.

Nel caso che il governo Meloni dovesse decidere di potenziare i controlli, così da togliere subito il beneficio a tutti coloro che non ne hanno diritto, chi lo ha percepito indebitamente dovrà restituire le somme erogate. Sono chiamati a restituire il reddito di cittadinanza indebitamente percepito coloro che, ad esempio, hanno omesso di comunicare all’Inps delle informazioni reddituali che avrebbero compromesso l’erogazione del beneficio.

Casi in cui è prevista la restituzione del RdC!

A indicare i casi in cui il sussidio oltre ad essere tolto va anche restituito è il testo del decreto 4/2019, che all’articolo 7 dedicato alle sanzioni prevede due tipologie di reati per i quali oltre all’immediata revoca del beneficio, con efficacia retroattiva, è prevista la restituzione di quanto indebitamente percepito, ossia: aver ottenuto indebitamente il beneficio utilizzando dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere, o comunque omette informazioni dovute. In questo caso, oltre alla sanzione della decadenza e della restituzione degli importi percepiti, è prevista anche la reclusione da due a sei anni.

Oppure aver omesso di comunicare le variazioni del reddito o del patrimonio, anche se provenienti da attività irregolari, nonché altre informazioni rilevanti ai fini della revoca o della riduzione del beneficio. In tal caso la reclusione va da uno a tre anni.Tant’è che in questi mesi diversi beneficiari a cui è stato tolto il Reddito di Cittadinanza per una delle due casistiche sopra indicate hanno ricevuto una brutta sorpresa: una lettera dell’Inps che chiedeva la restituzione degli importi precedentemente erogati.

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