Reddito di Cittadinanza, le ultime news sui pagamenti di maggio 2022

Si approssima il giorno del pagamento del Reddito di Cittadinanza di maggio 2022, la ricarica del quale è attesa per la fine della prossima settimana. Lo stesso vale per l’assegno unico, per il quale è in arrivo la quota integrativa riferita al mese di aprile. Come spiega il sito Money.it, è importante per chi riceve il RdC anche la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del decreto 50/2022 con cui viene riconosciuto un bonus 200 euro che in certe circostanze, come quando nel nucleo familiare non ci sia alcun componente che lo riceve, verrà caricato direttamente sulla mensilità del Reddito di Cittadinanza in pagamento a luglio.

Reddito di Cittadinanza in erogazione!

Certi beneficiari del Reddito di Cittadinanza hanno già ricevuto la ricarica di maggio. Sono coloro che hanno fatto domanda ad aprile: ricordiamo, infatti, che il primo pagamento avviene solitamente subito dopo la prima metà del mese successivo a quello in cui è stata inviata la richiesta. Per i successivi pagamenti, invece, bisogna attendere la fine del mese e così sarà anche a maggio. In genere la ricarica arriva il 27 di ogni mese, con la possibilità di un piccolo anticipo quando il 27 cada di domenica.

Non è il caso di maggio 2022, visto che il 27 è un venerdì. In tale data ci sarà la ricarica del mese corrente. In pagamento la prossima settimana dovrebbe esserci anche l’integrazione dell’assegno unico per chi percepisce il Reddito di Cittadinanza. Ricordiamo, infatti, che per i beneficiari di RdC l’assegno unico non spetta per intero, in quanto questo viene ricalcolato tenendo conto della quota figli già riconosciuta nel RdC medesimo. Ciò porta  in alcuni casi a ridurre notevolmente l’assegno unico, specialmente quando questo spetta per i maggiorenni.

Quando verrà pagato l’assegno unico?

Tuttavia non è certa la data in cui la quota di assegno unico verrà pagata, anche perché il mese scorso l’Inps ha avuto dei ritardi al proposito. Bisogna ricordare che ci sono famiglie per cui la quota d’integrazione dell’assegno unico è ancora bloccata. Ad esempio, è il caso dei nuclei familiari con figli maggiorenni di età inferiore ai ventuno anni, come pure di quelli in cui non figurano entrambi i genitori del figlio a carico, quindi nel caso di genitori separati, divorziati o di genitori naturali non conviventi.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Diritto.news

Informazioni sull'autore