Reddito di Cittadinanza e Naspi: come cambiano col governo Meloni

Reddito di Cittadinanza, sei mesi extra, per chi?

Il Reddito di Cittadinanza sarà chiamato Reddito di Sussistenza, e affidato ai Comuni. Oltre a ciò ci saranno modifiche anche alla Naspi, l’indennità mensile di disoccupazione. E dunque, come spiega il sito Open.online, il governo Meloni si prepara a modificare i sussidi per poveri e disoccupati. Non più a cancellarli, come aveva promesso in campagna elettorale, ma introducendo cambiamenti sostanziali, che avranno l’effetto di far risparmiare qualcosa all’erario.

Il Reddito di Cittadinanza!

L’idea iniziale di Fratelli d’Italia è creare un Reddito di sussistenza, sottratto alle competenze dell’Inps e affidato ai Comuni, che avrebbero il compito di individuare le persone cui spetta. Con quali criteri? Per adesso la loro individuazione non è chiara. E di certo sarà difficile trovare un metodo da varare in tempo per la Legge di Bilancio che va approvata entro il 31 dicembre. La prima sostanziale modifica al Reddito di Cittadinanza quindi dovrebbe essere quella di limitare a una l’offerta di lavoro congrua prima del decadimento dal beneficio. Prima erano tre, poi il governo Draghi le aveva portate a due.

Quale sarà il risparmio? Attualmente sono 1,6 milioni le famiglie che percepiscono il RdC, per un totale di 3,4 milioni di persone, di cui i due terzi al Sud. Fra questi coloro che non lavorano sono 660.000. Per costoro bisognerà approntare un’offerta di lavoro congrua prima di togliere il sussidio se non la accettano. E questo non sarà facilissimo.

La Naspi!

L’idea sulla Naspi è di scendere sotto il 50% del periodo lavorato. Oggi, spiega l’Inps, la Naspi «è corrisposta mensilmente per un numero di settimane pari alla metà delle settimane contributive presenti negli ultimi quattro anni. Ai fini del calcolo della durata non sono computati i periodi di contribuzione che hanno già dato luogo a erogazione di prestazioni di disoccupazione. Analogamente non è computata la contribuzione che ha prodotto prestazioni fruite in unica soluzione in forma anticipata».

Il massimo è di due anni, ma solo se se ne hanno almeno quattro di anzianità. Nella maggioranza, specie nella Lega, questo meccanismo è reputato «distorsivo». Perché «c’è chi se ne approfitta, la spesa per la Naspi è enorme e spesso improduttiva, la durata del sussidio non è coerente con quanto hai lavorato». Nel 2021 la Naspi pesava per 13 miliardi sui conti del governo, anche se 5,6 sono versamenti delle aziende.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Diritto.news

Informazioni sull'autore