Reddito di Cittadinanza, cambiamenti in arrivo

Reddito di Cittadinanza, sei mesi extra, per chi?

Il Reddito di Cittadinanza sta per subire profonde modificazioni. Il premier Mario Draghi lo ha detto chiaramente durante il Consiglio dei ministri che ha varato il Decreto Fisco. «Qualcosa andrà cambiato», aveva commentato il Premier, come riporta il sito del Corriere della Sera. In effetti se il Reddito di Cittadinanza «ha contribuito a ridurre il livello di povertà delle fasce più indigenti della popolazione» scrive l’Ocse, «il numero di beneficiari che di fatto hanno poi trovato impiego è scarso».

Non a caso la misura, fortemente voluta dal M5S, divide la maggioranza. Il Governo ha quindi aperto un “cantiere” per correggere il sussidio attraverso l’istituzione di un’apposita commissione di esperti. Le modifiche saranno introdotte nella legge di Bilancio e si concentreranno su due aspetti: le politiche attive del lavoro e il sostegno alle famiglie numerose.

Percezione del Reddito e ricerca del lavoro!

Uno dei punti deboli del RdC è sempre stato il collegamento tra la percezione del reddito e la ricerca del lavoro. Il ministro del Lavoro Andrea Orlando sta lavorando ad un progetto per le politiche attive rafforzando i centri per l’impiego, anche se da questi passa meno del 5% delle assunzioni. Il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, propone la trasformazione in Lavoro di Cittadinanza: l’idea è quella di porre in collegamento l’aiuto dello Stato al fatto che molte aziende lamentano al Mise di non riuscire a trovare manodopera non specializzata.

Questo aspetto è legato anche al fatto che il RdC è diventato una sorta di concorrenza rispetto a lavori caratterizzati dal salario basso. Gli ultimi dati Anpal, aggiornati al 30 giugno, dicono che su oltre tre milioni di persone interessate sono poco più di un milione (1.150.152) quelle che devono sottoscrivere il patto sul lavoro. Tra questi sono stati presi in carico oltre 392.000 persone (il 34,1%) ma non è chiaro quanti siano quelli che hanno trovato un lavoro dato che l’Anpal non fornisce più questo dato.

Le famiglie numerose!

Oltre a ciò, c’è il problema delle famiglie numerose, che sono le più penalizzate dalla misura per via del sistema di equivalenza che assegna valore uno al primo componente, 0,4 ai maggiorenni della famiglia e solo 0,2 ai minorenni, con il paradosso che una madre single con tre figli piccoli ha un valore di 1,6 sia per il reddito al di sotto del quale è considerata povera sia per il beneficio che può ottenere. Due adulti e un figlio maggiorenne hanno valore 1,8. Si lavora a una modifica della scala parametrale dando più valore ai minorenni.

Il luogo di residenza inciderà sul RdC!

Sul RdC dovrebbe infine incidere il dove si vive. La misura contro la povertà non tiene conto di tutti i criteri Istat secondo i quali si è considerati poveri. Tra questi ci sono la residenza e il comune nel quale si abita. In altri termini a parità di reddito e di componenti della famiglia, si è più poveri se si vive a Milano piuttosto che in un piccolo comune dell’Italia meridionale. È quindi possibile che il Governo operi su un legame con il territorio per quanto concerne la parte del sussidio erogata per l’affitto.

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