Rapporto di Bankitalia: crescono un pò i redditi, diminuiscono i debiti, ma sale il rischio di povertà

Rapporto di Bankitalia: crescono un po' i redditi, diminuiscono i debiti, ma sale il rischio di povertà

Il reddito medio sale, ma sale anche il numero degli italiani a rischio di povertà. Aumenta un po’ il reddito medio della popolazione italiana, diminuisce la ricchezza, calano i debiti, ma aumentano le diseguaglianze tra le famiglie italiane, con un peggioramento delle condizioni di vita dei giovani, degli immigrati ed in genere nel Mezzogiorno.

Un italiano su quattro, ormai, dice l’indagine della Banca d’Italia sulle famiglie, è a “rischio di povertà”, cioè guadagna meno del 60% del reddito medio equivalente, che è salito nel 2016 a 18.600 euro (erano 18.500 nel 2014, anno della precedente indagine). Mentre il 44% della popolazione è in condizione di “povertà finanziaria”, cioè non ha beni immediatamente liquidabili sufficienti in caso di necessità.

Il 23% a rischio povertà, il Sud nelle peggiori condizioni.

Nel 2016 il reddito medio delle famiglie è salito del 3,5% rispetto al 2014, ma resta comunque inferiore dell’11% rispetto ai massimi raggiunti negli ultimi anni, cioè nel 2016. del 2006. Il miglioramento ha riguardato, però, soprattutto le famiglie con un capofamiglia lavoratore dipendente o pensionato, che sono anche riuscite ad accrescere i risparmi. Per le famiglie più giovani, quelle degli immigrati, e nel Mezzogiorno, invece, le condizioni sono peggiorate.

Le persone che vivono in famiglie senza alcun percettore di reddito sono l’8,7% in Italia, ma il 13,3% nel Sud del Paese. E i cittadini a rischio povertà, quelli che secondo le definizioni Eurostat possono contare su un reddito equivalente di meno di 830 euro mensili, sono il 23%, una percentuale davvero elevatissima.

Ricchezza concentrata e non equamente distribuita.

Ci sono enormi differenze nella distribuzione della ricchezza. La concentrazione resta fortissima. La quota di ricchezza netta detenuta dal 5% delle famiglie più ricco è pari al 30% del totale. Mentre il 30% più povero delle famiglie possiede appena l’1% della ricchezza. Tra il 2014 e il 2016 la ricchezza netta è diminuita del 5% a prezzi costanti, ed ha interessato tutte le famiglie. L’84% delle famiglie, in aumento rispetto al 79% del 2012, possiede attività finanziarie, ma quasi mai sufficienti a far fronte ad un momento di difficoltà economica. Il valore medio è di 33 mila euro (31 mila nel ‘14).

Unica nota positiva: diminuiscono le famiglie con debiti.

In compenso vi è una nota positiva, la quota di famiglie che hanno un debito è ancora diminuita, al 21%, rispetto al 23% di due anni prima. La riduzione, però, ha interessato quasi esclusivamente le famiglie con capofamiglia con oltre 45 anni, e se c’è stata questa diminuzione è stato semplicemente per la diminuzione dei consumi. Il 70% delle famiglie italiane, spiega ancora l’indagine, ha un’abitazione ed il 18% ne possiede più di una, mentre un quarto delle famiglie vive in affitto (a una media di 4 mila euro l’anno). Stabile, al 17% la quota di famiglie che hanno un mutuo.

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