Processo penale, ecco l’udienza “filtro”. Le ultime novità

Riforma della giustizia: in arrivo 27.000 assunzioni nella Pa

È in arrivo l’udienza filtro per i giudizi a citazione diretta di fronte al tribunale monocratico. Si tratta di una delle novità previste dalla riforma del processo penale, che in questo modo tenta di offrire una rimedio a uno dei settori della giurisdizione penale più in sofferenza, soprattutto a causa dell’arretrato (cresciuto del 41,1% in dieci anni, mentre quello delle pendenze penali totali è sceso del 5,2%).

Come riporta il sito del Sole 24 Ore, la norma è contenuta nel testo approvato dalla Camera, basato sulle proposte della commissione di studio voluta dalla ministra della Giustizia Marta Cartabia e presieduta da Giorgio Lattanzi e scaturito dall’accordo raggiunto in seno alla maggioranza; che su questo punto – a differenza di altri, a partire dalle norme sull’improcedibilità – ha sostanzialmente confermato l’impianto del disegno di legge delega approvato quando ministro era Alfonso Bonafede.

Evitare dibattimenti non necessari!

La nuova udienza filtro non ha solo finalità deflattive, ma punta anche a evitare il dibattimento se non necessario perché, come spiega la relazione della commissione Lattanzi, «il dibattimento per chi è costretto a subirlo costituisce già di per sé una “pena”, che non deve essere inflitta se ne mancano le ragioni». La modifica è stata pensata a partire dall’alto numero delle assoluzioni nei giudizi di primo grado: l’incidenza delle condanne sui definiti, negli anni 2015-2019, è pari in media al 41% del totale. Ma la norma, secondo gli operatori, non è esente da aspetti critici.

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