Con l’incontro di ieri sulla previdenza complementare si è conclusa la prima fase di confronto tra Governo e sindacati sulle pensioni. Il prossimo appuntamento in agenda è fissato per il 13 marzo, ma non avrà un carattere tecnico, come hanno precisato i segretari confederali di Cgil Cisl e Uil, rispettivamente Roberto Ghiselli, Ignazio Ganga e Domenico Proietti.
“Il governo non solo dovrà rispondere alla piattaforma unitaria di Cgil Cisl e Uil nel merito delle proposte e indicare gli interventi con cui l’esecutivo pensa di dare corpo alla riforma delle pensioni ma soprattutto indicare quali e quante risorse è disposto a mettere in campo sciogliendo così il nodo maggiore della trattativa”, hanno precisato gli esponenti sindacali.
La previdenza complementare: le richieste dei sindacati
Le richieste della piattaforma sindacale in merito alla previdenza complementare sono molto chiare:”Riduzione della tassazione sui rendimenti annuali dei fondi previdenziali negoziali, dal 20% voluto dal governo Renzi all’11% e riapertura del semestre di silenzio-assenso, unita ad una campagna di informazione istituzionale, per incentivare le adesioni dei lavoratori”. I sindacati, sempre relativamente alla previdenza integrativa, hanno chiesto l’apertura di un tavolo operativo tra Ministero e Inps per contrastare l’evasione contributiva da parte delle imprese.
Ampliamento della platea
Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto anche l’ampliamento della platea dei soggetti che possono accedere alla pensione complementare, eliminando il divieto per alcune categorie tra cui il comparto sicurezza, i magistrati, gli avvocati di Stato, i professori universitari e le carriere prefettizie che potrebbero dunque iscriversi al fondo pubblico Sirio Perseo senza costituire un nuovo fondo.