Possibile adesione Italia alla nuova via della seta preoccupa Usa e Europa

Possibile adesione Italia alla nuova via della seta preoccupa Usa e Europa

La “Nuova via della Seta“, è un programma cinese di investimenti infrastrutturali che intende oscurare il Piano Marshall, con un investimento di mille miliardi di dollari per potenziare rete di collegamenti infrastrutturali, marittimi e terrestri che si snodano tra Europa, Africa e Asia. A fine marzo la possibile adesione del governo italiano a questo progetto cinese preoccupa sia gli Usa che l’Europa. Infatti, da Bruxelles hanno fatto sapere che questo accordo sarebbe “un rischio per i valori comuni dell’Ue nel lungo periodo”. Anche dalla Lega sono emersi alcuni dubbi sulla tenuta della difesa degli interessi nazionali.

Via della seta, il vicepremier Salvini: “L’Italia non sarà colonia di nessuno”

L’intesa sulla BRI, la Belt and Road Initiative, ovvero la “Nuova Via della Seta”, dovrebbe essere sottoscritta il 21 marzo dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dal premier cinese.  Il premier ha dichiarato: “Operiamo per un futuro di crescita e sviluppo e il memorandum con la Cina offre preziose opportunità per le nostre imprese“. Ha poi spiegato che il testo “imposta la collaborazione in modo equilibrato e mutualmente vantaggioso”, in una cornice “trasparente”. E inoltre ha aggiunto che è “perfettamente compatibile” con la collocazione dell’Italia nella Nato e nel Sistema integrato europeo.

Il vicepremier e ministro dell’interno Matteo Salvini intervenuto sull’accordo sulla nuova via della Seta che il governo dovrebbe siglare, ha espresso tutta la sua perplessità: “Ne stiamo parlando” sottolineando che “la sicurezza nazionale viene prima di qualunque altra cosa” anche prima degli interessi commerciali.

“Ormai ho imparato a non preoccuparmi di niente. Io non voglio che l’Italia sia una colonia di nessuno” ha aggiunto Matteo Salvini. “Se si aiutano le imprese italiane a fare business e a esportare i nostri preziosi prodotti io son contento. Però ovviamente c’è da valutare la sicurezza nazionale. Non voglio che l’Italia sia una colonia di nessuno. Studiamo, lavoriamo, approfondiamo, valutiamo.” ha affermato Matteo Salvini.

Anche l’altro vicepremier è intervenuto sulla questione spiegando che “la via della Seta non è assolutamente l’occasione per noi per stabilire nuove alleanze a livello mondiale e geopolitico, ma il modo per dire che dobbiamo riequilibrare le esportazioni di più sul nostro lato, un rapporto ora sbilanciato sulla Cina”. Il M5S sarebbe favorevole all’accordo, e si dicono sorpresi dalla “spaccatura della Lega” sull’adesione alla Bri: “Questa frattura interna fa male alle nostre imprese e al Made in Italy. Stiamo lavorando perché le imprese ci chiedono uno sforzo per portare l’Italia nel mercato cinese e non subirlo”.

Secondo il ministro dell’Economia, su questa intesa si starebbe facendo della confusione: “Non è un accordo, è un Memorandum of understanding si ribadiscono i principi di cooperazione economico e commerciali presenti in tutti i documenti europei, nessuna regola commerciale ed economica viene cambiata”.

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