La presidente della Bce Christine Lagarde si è dichiarta contraria all’indicizzazione per legge delle pensioni, dando così un chiaro segnale a quei Paesi che ancora la adottano, fra i quali c’è l’Italia. Comunque, allo stato attuale, questa presa di posizione non dovrebbe avere conseguenze per il nostro Paese, dal momento che – come riporta il sito Money.it – non è nei piani del governo Meloni rivedere le regole sulla rivalutazione, a prescindere da quelli che sono gli input che arrivano dalla Bce.
La contrarietà di Christine Lagarde!
In particolare, Lagarde – che ha confermato un nuovo aumento per i mutui con tasso variabile – ha spiegato i motivi per cui è contraria alla rivalutazione annua delle pensioni, suggerendo poi delle alternative ai governi per i periodi di elevata inflazione come quello che stiamo attraversando. Ogni inizio anno in Italia le pensioni vengono adeguate al costo della vita così da conservarne il potere d’acquisto. Tuttavia, quello che è uno strumento di sostegno, specialmente per i redditi più bassi, non piace alla presidente della Bce.
I motivi della Presidente della Bce.
In effetti, a proposito dell’indicizzazione per legge delle pensioni all’inflazione Christine Lagarde ha espresso il proprio disappunto: in periodi come questi in cui la Bce sta facendo il possibile per frenare l’inflazione e renderla stabile intorno al 2%, misure come la rivalutazione rappresentano un ostacolo. Come dimostrato in passato, infatti, strumenti come la nostra perequazione sostengono solo apparentemente i redditi, in quanto in realtà contribuiscono ad alimentare l’inflazione rendendola incontrollabile.
Un circolo vizioso!
Ne consegue che, se da una parte “rimborsano” i pensionati per la perdita al potere d’acquisto registrata negli ultimi dodici mesi, dall’altra contribuiscono ad alimentare l’aumeto dei prezzi, facendo così scattare un circolo vizioso che potrebbe non arrestarsi mai, con conseguenze anche sulle casse dello Stato in quanto deve farsi carico dell’incremento.
