Pensioni: novità e requisiti per il riconoscimento della pensione di inabilità per patologie professionali

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L’Onorevole Maria Pallini, componente della Commissione Lavoro della Camera dei deputati ed esponente del Movimento 5 Stelle, pochi giorni fa ha pubblicato un post in cui ha voluto segnalare, in un momento di forte criticità ed emergenza sanitaria, una buona notizia relativa al capitolo pensioni, avente ad oggetto il riconoscimento della pensione di inabilità in favore dei lavoratori affetti da patologie di origine professionale derivanti da esposizioni all’amianto.

Pensione di inabilità per i lavoratori con patologie professionale derivanti da esposizioni all’amianto

L’onorevole Pallini si è così espressa: “In questi giorni difficili per il nostro Paese alle prese con la gestione dell’emergenza sanitaria causata dalla diffusione del coronavirus, sono comunque lieta di annunciare finalmente l’emanazione della circolare Inps che fornisce istruzioni per il riconoscimento della pensione di inabilità in favore dei lavoratori affetti da patologie di origine professionale derivanti da esposizioni all’amianto, accertate e riconosciute”.

Arriva dall’Inps la circolare che contiene tutte le indicazioni per la presentazione delle istanze.

Ha così spiegato: “Lunedì scorso dalla Direzione Centrale Pensioni dell’Istituto nazionale di Previdenza sociale è stata diramata ai Dirigenti centrali e territoriali, ai Responsabili delle Agenzie, ai Coordinatori generali, centrali e territoriali delle Aree dei professionisti, al Coordinatore generale, ai coordinatori centrali e ai responsabili territoriali dell’Area medico legale la circolare n. 34 che contiene tutte le prescrizioni necessarie per accogliere le istanze presentate da parte degli aventi diritto entro il 31 marzo“.

L’onorevole Pallini ha concluso il lungo post con un ricordo di coloro che hanno dovuto subire una compromissione della propria salute per compiere strenuamente il loro dovere professionale: “Il mio pensiero va agli operai dell’Isochimica di Avellino, sia a quelli che purtroppo non sono più tra di noi sia a coloro che, in questi anni, hanno combattuto per ottenere il sacrosanto diritto a continuare a vivere con dignità la propria esistenza, nonostante abbiano subìto una forte compromissione della salute per l’adempimento del proprio dovere sui luoghi di lavoro. Lo Stato doveva loro questo riconoscimento.”.

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