Pensioni, si profila la proroga dell’APE sociale per il 2023

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Nell’orizzonte della riforma delle pensioni si inserisce il parere positivo sulla proroga dell’APE sociale nel 2023. Il differimento di un anno dell’anticipo pensionistico mette d’accordo Sindacati e governo. Ne consegue che l’APE sociale potrebbe essere in vigore anche dal 1° gennaio 2023 con gli stessi requisiti previsti nel 2022 e garantire, a certe categorie di lavoratori, il prepensionamento al raggiungimento di 63 anni di età e trenta anni di contributi.

Quali novità potrebbe introdurre il governo? Anzitutto, secondo il sito Ticonsiglio.com, si va verso il rinnovo dell’APE sociale per un altro anno. Questa novità farebbe slittare di 365 giorni il termine di maturazione dei requisiti per l’anticipo pensionistico (63 anni di età e 30 di anzianità contributiva) al 31 dicembre 2023. Su  tal punto il governo e le parti sociali stanno già lavorando – il primo incontro sul tema pensioni si è svolto il 4 novembre 2022 – per trovare un accordo in vista della nuova Legge di Bilancio.

Cos’è l’APE sociale!

Del resto l’ipotesi di proroga dell’APE sociale si affianca, tra le altre cose, ad altre iniziative in ottica di flessibilità in uscita, dalla proroga di Opzione Donna nel 2023 al nuovo strumento Opzione Tutti o “Quota 41 per tutti“, fino al differimento con modifiche di Quota 102 nel 2023. Ricordiamo che l’APE sociale è una prestazione a carico dello Stato che viene erogata dall’INPS a favore di specifiche categorie di lavoratori e che permette loro di andare in pensione a 63 anni (anziché 67 secondo le regole ordinarie).

Non strutturale!

Si tratta, in buona sostanza, di un accompagnamento che serve a sostenere economicamente gli interessati fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione. Tuttavia, da quanto si apprende al momento attuale, la misura introdotta in via sperimentale dall’articolo 1, commi da 179 a 186, della Legge 11 dicembre 2016, n. 232 per il 2017 e rifinanziata e prorogata negli anni successivi fino alla Legge di Bilancio 2022, non diventerà strutturale nel 2023. Per adesso, otterrà al massimo una proroga fino al 31 dicembre 2023.

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