Pensioni, riprende il tavolo fra Governo e Sindacati

Pensioni, le novità su alcune ipotesi di riforma

Inizia con difficoltà il confronto sulla previdenza tra Governo e Sindacati, non solo per il recente strappo di Cgil e Uil, che hanno proclamato lo sciopero generale contro la Manovra. Come spiega il sito del Sole 24 Ore, resta profondaa la distanza sulle scelte da compiere per il 2023, una volta che si sarà esaurita la Quota 102 voluta da Mario Draghi e dal ministro all’Economia, Daniele Franco.

Necessità di flessibilità in uscita!

Con l’esecutivo disponibile a discutere di correzioni alla legge Fornero a patto che rimangano nel solco tracciato da Palazzo Chigi, mentre Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri insistono sulla necessità di una estesa flessibilità in uscita, già dai 62 anni d’età o con 41 anni di versamenti a prescindere dalla soglia anagrafica, e sulla necessità di non penalizzare troppo i pensionandi con assegni interamente “contributivi” che potrebbero ridursi anche di oltre il 30%.

Tuttavia sul tavolo ci sono anche altre scottanti problematiche, come l’allargamento della platea dell’Ape sociale, la pensione di garanzia per i giovani e gli incentivi per favorire il decollo della previdenza complementare. L’obiettivo del confronto è individuare interventi strutturali per rendere meno rigida la riforma Fornero senza ripetere lo schema di Quota 100, introdotta dal primo governo Conte, e di Quota 102, prevista dalla Manovra varata dal Governo Draghi per consentire nel solo 2022 le uscite anticipate con almeno 64 anni d’età e 38 di contributi. Da decidere anche il destino di altri strumenti, come ad esempio Opzione donna, che è stata nuovamente prorogata per il prossimo anno.

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