Pensioni, reddito di cittadinanza e flat tax tutte le novità

Pensioni, reddito di cittadinanza e flat tax tutte le novità

La nota di aggiornamento al Def con i numeri è stata inviata al Parlamento. Per il ministro dell’economia Giovanni Tria si tratta di una manovra coraggiosa e responsabile che punta alla crescita. Nelle 138 pagine inviate viene indicato il deficit del 2019 al 2,4% del Pil, al 2,1% nel 2020 e all’1,8% nel 2021. Per quanto riguarda la crescita del Pil è prevista del 1,5% nel 2019 poi dell’1,6% e dell’1,4%, come ha anticipato il il  ministro Tria nella lettera inviata all’Unione Europea.

Inoltre, nella relazione inviata al Parlamento viene riportato che “il pareggio di bilancio in termini strutturali, sarà raggiunto gradualmente negli anni a seguire” e che “il saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato di competenza potrà aumentare fino a 68,5 miliardi di euro nel 2019, 56,5 miliardi nel 2020 e 45,5 miliardi nel 2021. Il corrispondente saldo netto da finanziare di cassa potrà aumentare fino a 147 miliardi di euro nel 2019, 110,5 miliardi nel 2020 e 96 miliardi nel 2021”.

Pensioni, reddito di cittadinanza e flat tax: ecco la manovra.

Per quanto riguarda la riforma delle pensioni, vengono stanziati 7 miliardi per la Quota 100 nel 2019. Dunque, dal prossimo anno si potrà uscire dal lavoro con 62 anni di età e 38 di contributi versati. Dovrebbe essere uguale sia per uomini che per le donne, lavoratori dipendenti e autonomi, privati e pubblici.

Come viene riportato nella Nota al Def, l’obbiettivo è di “garantire il superamento degli squilibri dell’attuale sistema previdenziale per agevolare il ricambio generazionale e consentire ai giovani di poter avere accesso al mercato del lavoro“.

Per quanto concerne il reddito e le pensioni di cittadinanza verranno stanziati 9 miliardi (+ 1 miliardo destinato al potenziamento dei centri per l’impiego). L’introduzione del Reddito di Cittadinanza ha il duplice obiettivo- si legge nella Nota al Def – quello di sostenere il reddito di chi si trova al di sotto della soglia di povertà relativa (pari a 780 euro mensili) e quello di fornire un incentivo a rientrare nel mercato del lavoro, attraverso la previsione di un percorso formativo vincolante, e dell’obbligo di accettare almeno una delle prime tre proposte di lavoro eque e non lontane dal luogo di residenza del lavoratore.

La flat tax, invece partirà il prossimo anno e prevede l’innalzamento delle soglie minime per il regime semplificato d’imposizione su piccole imprese, professionisti e artigiani. Questa misura costerà 2 miliardi.

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