Pensioni, “quota 42” e superbonus per superare la Fornero: tutte le ipotesi!

Pensioni, "quota 42" e superbonus per superare la Fornero: tutte le ipotesi

Le ipotesi per superare la legge Fornero sono numerose. Solo voci al momento, nessuna conferma. Se da una parte si punta al taglio di quelle d’oro, dall’altra accanto a quota 41, si ipotizza uno slittamento a quota 42.

Pensioni, quota 42 e pensioni di cittadinanza.

Che cosa significa? Per fare tornare i conti, si sta ragionando se innalzare di un anno il requisito di anni di contributi versati richiesto per lo strumento che consente di andare in pensione indipendentemente dall’età anagrafica. Ma è tutto in alto mare, anche i tempi sono incerti. Quasi impossibile ormai pensare a un intervento completo e organico prima del 2019. Dalle ultime indiscrezioni non sarebbe prevista un’entrata in vigore prima del 2020.

Si discute anche sull’inserimento di un superbonus del 30%. Una sorta di incentivo a chi vorrà restare a lavorare. Un modo per evitare che quota 100 provochi un vero e proprio esodo pensionistico.

Con la quota 100 si può andare in pensione, una volta compiuti i 64 anni, se la somma dell’età anagrafica e dei contributi maturati dà come risultato 100. In pratica sarebbe previsto un 30% in più in busta paga per chi sceglierebbe di continuare a restare al lavoro anche dopo aver maturato i requisiti.

In più occasioni nelle scorse settimane il vicepremier Di Maio ha ribadito la volontà del governo di introdurre “nuovi canali di uscita più equi e agevoli” per superare la riforma Fornero, garantendo l’accesso alla pensione per chi ha raggiunto quota 100. Di Maio assicura il suo impegno a intervenire sulle frequenti interruzioni della contribuzione che le donne si trovano ad affrontare per accedere alla pensione. Infine, sarà data particolare attenzione alle pensioni di cittadinanza per assicurare di portarle al di sopra della soglia di povertà.

Cisl: Spazio per correggere la Fornero.

La sostenibilià finanziaria del sistema previdenziale, richiamata dal rapporto 2018 della Corte dei Conti sul coordinamento della finanza pubblica, non può ridursi ad una curva matematica, ma deve essere riconnessa alla sostenibilità sociale. E’ quanto sottolinea il segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga.

Gli spazi per correggere la legge Fornero sulle pensioni e anche il sistema previdenziale nel suo complesso laddove non si dimostri socialmente adeguato non sono esauriti come sostiene la Corte dei Conti piuttosto devono essere profondamente ripensati, ad esempio iniziando a separare e ridefinire le voci che fanno capo alla previdenza e all’assistenza per consentire comparazioni più corrette a livello internazionale.

La Cisl auspica che la Commissione di studio prevista su questo tema dall’ultima legge di bilancio venga convocata al più presto.

L’altolà arrivato dalla Corte dei Conti ad ulteriori revisioni della legge Fornero si motivava dal fatto che sono stretti, se non del tutto esauriti, gli spazi per ulteriori attenuazioni degli effetti correttivi della legge 214/2011, a meno di un ripensamento complessivo del sistema. Nel rapporto 2018 sul coordinamento della finanza pubblica, la magistratura contabile mette in guardia il legislatore: è cruciale non creare debito pensionistico aggiuntivo.

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