Pensioni, quota 100 senza soglie: pressing sul governo Lega-M5s

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Continua a far discutere (e a far sperare molti lavoratori) la possibilità di introdurre quota 100 per andare in pensione. Il “superamento” della legge Fornero è un caposaldo del programma di governo Lega-Movimento 5 stelle, ma cosa accadrà davvero è un punto di domanda.

L’eventuale inserimento di un’età minima di accesso alla pensione “rischia” di essere collocato a 64 anni, a causa dei paletti che è obbligato a imporre il ministero dell’Economia e delle Finanze.

Pensioni, ora i sindacati scendono in piazza: così sarà riformata la legge Fornero.

Il punto di partenza è certamente “quota 100”. Ma sembra difficile trovare la quadra. Ad esempio, chi ha almeno 18 anni di contributi versati prima del 1996, con attuale diritto al calcolo retributivo fino al 2012, sarebbe penalizzato nel calcolo dell’assegno previdenziale.

Come spiegava qualche giorno fa Roberto Ghiselli, segretario Cgil Marche, al sito delle piccole-medie imprese pmi.it, il paletto dei 64 anni d’età e dei 36 anni di contributi di fatto penalizza tantissime persone, perché presuppone il ricalcolo contributivo di tutto il montante e una carriera lavorativa molto costante, introducendo livelli che pochissimi lavoratori possono raggiungere.

Quota 100 sì quindi, ma senza soglie né paletti. Giacomo Portas, leader dei Moderati, eletto alla Camera nel Pd, lo mette in chiaro. Che quota 100 sia 100 davvero, basta che, tramite gli artifici a cui siamo abituati nel sistema pensionistico, non diventi 102, 103, 104. Niente taroccamenti. Ancora non è chiaro se quota 100 sarà un’opzione oppure se andrebbe a sostituire in toto le attuali regole per la pensione anticipata.

Nel corso della lunga campagna elettorale, i partiti attualmente al governo non hanno mai parlato di una quota 100 legata a soglie di accesso minimo, e nemmeno di limiti anagrafici.

C’è un elemento di cui fino a oggi non si è abbastanza parlato: ovvero, il governo legastellato vorrebbe cancellare oltre alla legge Fornero anche altre misure introdotte nella scorsa legislatura come l‘Ape sociale, che ha permesso a molti lavoratori di andare in pensione anticipata. Ma la “beffa” sarebbe che una quota 100 con età minima 64 anni penalizzerebbe le stesse categorie che hanno usufruito dell’Ape sociale. Un vero rebus, che non sarà risolto in tempi brevi.

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