Pensioni, Quota 100: l’analisi di Confindustria

Chi va in pensione nel 2021? Le varie modalità di pensionamento

La misura per le pensioni anticipate conosciuta come Quota 100 è disciplinata dall’art. 14 del decreto legge 28 gennaio 2019, n.4.. Nel corso dell’audizione in Commissione lavoro al Senato nell’ambito della procedura di conversione in legge, Confindustria ha manifestato le proprie perplessità sul nuovo strumento previdenziale. La prima anomalia registrata “è la scelta del Governo di utilizzare lo strumento del decreto legge per un provvedimento che, non sembra avere i presupposti di necessità ed urgenza, ed incide profondamente sull’ordinamento previdenziale e, quindi, meriterebbe un iter dettagliato ed approfondito”.

“Proprio il carattere sperimentale della misura, limitata ad un triennio, rischia di generare; come ha già rilevato Tito Boeri nell’audizione alla Commissione Lavoro della Camera, l’ennesima categoria di lavoratori che godrebbero di privilegi rispetto alle regole generali. Gli interventi in materia previdenziale hanno non solo importanti riflessi sulla sostenibilità dei conti pubblici ma incidono, anche, sulla società nel suo complesso, con particolare riferimento all’equità fra diverse generazioni”, ha sottolineato Confindustria.

Il rischio della temporaneità delle misure

Per Confindustria:” Porre in essere misure temporanee agevolate di accesso al pensionamento  significa scardinare il perno della riforma del 2011 basato su meccanismi funzionali ad assicurare sostenibilità finanziaria del sistema pensionistico e adeguatezza delle prestazioni.  Per quanto riguarda la sostenibilità finanziaria, l’adozione di misure sperimentali rappresenta – per loro stessa definizione – una “deviazione” da un sistema a regime”.

“Un approccio sconsigliabile sui temi della previdenza”, ha osservato l’Associazione, “trattandosi di una materia complessa che ha effetti di lungo periodo sulla finanza pubblica che finiscono per ricadere sulle future generazioni. Interventi temporaneamente derogatori del sistema pensionistico vigente determinano un sostanziale indebolimento della complessiva strumentazione del sistema medesimo ed incrementano progressivamente la spesa previdenziale“.

Le clausole di salvaguardia

A riprova delle fondatezza delle proprie osservazioni, Confindustria ha evidenziato che “lo stesso Governo ha introdotto un’apposita clausola che è tesa a garantire un’opportuna salvaguardia della finanza pubblica da eventuali e sopravvenuti effetti eccessivamente pregiudizievoli, ma che rappresenta comunque un elemento di incertezza sul mantenimento della misura per il triennio”.

“In relazione all’adeguatezza delle prestazioni, l’anticipazione dell’accesso a pensione con quota 100 cristallizza a quel momento la prestazione pensionistica in base al montante contributivo e conseguentemente produce effetti negativi anche sul reddito di questi pensionati. Pur non rappresentando una penalizzazione, si tratta tuttavia di una inevitabile conseguenza del sistema contributivo introdotto nel 1995, volto a  garantire proporzionalità tra contributi e prestazioni”, ha concluso Confindustria.

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