Pensioni, prende piede la proposta di Quota 41

Pensioni, le novità su alcune ipotesi di riforma

Con Quota 100 ormai allo scadere, bisogna pensare a cosa succederà a partire da gennaio prossimo passando dal susseguirsi di ipotesi e indiscrezioni a un programma credibile. Come spiega il sito today.it, per ora resta sullo sfondo Quota 41, che è comunque l’ipotesi più apprezzata dalle parti sociali, che prevederebbe la possibilità di pensionamento una volta raggiunti i 41 anni di contributi, per tutti i tipi di lavori.

Il tema è in cima all’agenda di Draghi e in autunno sarà obbligatorio trovare una quadra tra la maggioranza di governo e le parti sociali. Quota 41 “per tutti” è la proposta fortemente voluta dai sindacati. “Bene la proposta della piattaforma sindacale per quota 41 per non tornare alla legge Fornero” ha ribadito a suo tempo il sottosegretario all’Economia, Claudio Durigon (Lega). “Anche noi pensavamo a Quota 41, non posso che essere d’accordo con la proposta dei sindacati per non tornare alla legge Fornero”.

Allargare una platea che esiste già!

La Quota 41 proposta prevede la pensione anticipata con 41 anni di contributi senza un requisito anagrafico, insieme a strumenti che consentano una certa flessibilità. Per qualcuno Quota 41 esiste già. Dopo anni di discussione e lotte sindacali per re-introdurre un tetto massimo contributivo di 41 anni per uomini e donne, ovvero la cosiddetta Quota 41, l’articolo 1 co. 199 della Legge di Bilancio 2017 ha dato il via libera per questo tipo di intervento che concede particolari agevolazioni in termini di flessibilità in uscita almeno in favore di categorie di lavoratori che abbiano condizioni lavorative ed economiche particolarmente disagiate. Il piano sarebbe quello di allargare la platea.

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