Pensioni, per quota 100 ipotesi riscatto agevolato della laurea!

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Fra le proposte della Lega per l’individuazione di un meccanismo agevolato di copertura dei buchi contributivi, ovvero degli anni in cui non è lavorato, c’è quella di un meccanismo agevolato di copertura. Si tratterebbe di una misura rivolta in particolare ai lavoratori con carriere discontinue, quelli cioè che hanno alternato periodi di lavoro a periodi di disoccupazione oppure di lavoro part time. Ma interesserebbe anche coloro che hanno lavorato in nero e che non possono beneficiare della pace contributiva perché magari la loro azienda non esiste più.

La contribuzione volontaria e il riscatto laurea.

In tutti questi casi il lavoratore potrebbe pagarsi i contributi per raggiungere quota 100 o la pensione anticipata e lasciare così il lavoro prima. La contribuzione volontaria è già consentita dalle norme vigenti ma di regola solo per chi ha cessato il rapporto di lavoro (sono previste eccezioni per i lavoratori in aspettativa, congedo, part time e per particolari categorie).

Si tratterebbe quindi di estendere questa possibilità a tutti i lavoratori che devono appunto coprire i vecchi buchi contributivi, magari risalenti a molti anni fa. Ed estendere ad essi anche le agevolazioni fiscali.

Un’altra misura allo studio dei tecnici del Carroccio è il potenziamento del riscatto degli anni del corso di laurea. Il provvedimento sarebbe indirizzato in particolare agli anni dal 1996 in poi, cioè a favore di chi ricade interamente nel meno vantaggioso sistema di calcolo contributivo della pensione, introdotto dalla riforma Dini per tutti coloro che hanno cominciato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995.

Si tratterebbe dei lavoratori più giovani, che oltre a ricadere nel metodo contributivo (penalizzante rispetto al precedente sistema retributivo) sono quelli che molto spesso hanno buchi contributivi, dovuti ai frequenti contratti precari.

Anche oggi è possibile riscattare il corso di laurea, ma le condizioni sono vantaggiose solo se lo si fa non appena laureati (possono farlo anche i genitori per il figlio, scaricandosi il costo dalla dichiarazione dei redditi).

In questo caso il costo è di circa 170 euro al mese per 10 anni. Il riscatto si può infatti pagare a rate fisse (senza interessi) in 10 anni e il costo del riscatto si può detrarre fino al 19% dalle tasse, sempre in 10 anni. Nonostante ciò, l’operazione non è però più conveniente quando il lavoratore è in attività da diversi anni e la sua retribuzione è salita, perché il calcolo del riscatto viene appunto fatto sull’ultimo stipendio e il conto sale parecchio.

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