Pensioni, le ultime novità sull’Ape Sociale

Pensioni, parte il tavolo Governo Sindacati. Le ultime novità

La prossima riforma pensioni allo studio dell’esecutivo potrebbe rendere l’Ape Sociale definitiva. Per esserne certi bisogna attendere la prossima Manovra economica, che sarà confermata per fine anno. Per il momento quel che è certo è che la Legge di Bilancio 2021 ha prorogato l’anticipo pensionistico a carico dello Stato per tutto il 2021.

Si tratta, come ricorda il sito pmi.it, di una forma di pensione anticipata riservata a particolari categorie tutelate. Possono accedere all’Ape Sociale coloro che hanno raggiunto, o raggiungeranno entro il 31 dicembre 2021, 63 anni d’età, contro i 67 anni richiesti per la pensione di vecchiaia, a patto di appartenere ad una delle  categorie di lavoratori iscritti all’INPS, anche in Gestione separata.

Disoccupati

Innanzitutto i disoccupati per licenziamento, dimissioni per giusta causa, risoluzione consensuale intervenuta nell’ambito della procedura di licenziamento economico, o per scadenza naturale di un contratto a termine, a patto di aver avuto, nei 36 mesi precedenti la cessazione del rapporto di lavoro, periodi di lavoro dipendente per una durata di almeno 18 mesi. Viene inoltre richiesto di aver concluso la fruizione, da almeno tre mesi, dell’intera indennità di disoccupazione spettante (NASpI, Dis-Coll, ecc.);

Caregiver e altri

Ci sono poi i caregiver che assistono, da almeno sei mesi, il coniuge, la persona in unione civile o un parente di I grado, convivente, con handicap grave (ex legge n. 104/1992), ovvero i parenti di II grado (conviventi), qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap abbiano compiuto 70 anni d’età oppure siano anche loro affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti. E ancora, gli invalidi civili almeno al 74%, e poi gli addetti a mansioni gravose che hanno svolto una o più attività gravosa da almeno 7 anni negli ultimi 10, ovvero almeno 6 anni negli ultimi 7, in via continuativa.

Questi i requisiti: aver cessato l’attività lavorativa; non essere titolare di una pensione diretta; avere un minimo di 30 anni di contributi (o 36 anni per chi svolge attività gravose); maturare una pensione di vecchiaia d’importo non inferiore a 1,4 volte l’importo della pensione minima dell’INPS pari a circa 722 euro mensili. Alle lavoratrici che sono anche mamme rientrano tra i beneficiari dell’APe Social, viene concesso lo sconto di un anno sul requisito contributivo per ogni figlio, anche adottivo, fino a un massimo di 2 anni.

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