Pensioni, le ultime novità della Manovra

Quota 103: i termini e le modalità di presentazione delle domande!

Nuovi cambiamenti all’orizzonte per le pensioni. Dei 600 milioni previsti dal Governo nella Finanziaria 2022,  beneficerà secondo la Cgil il 23% appena della platea del 2020. Come spiega il sito di Libero, Il “ritornare al contributivo”, un auspicio chiesto dal premier Draghi potrebbe voler dire anticipare l’età della pensione, ma rinunciando a un quinto dell’assegno.

Tuttavia il premier non ha fatto i conti con i numeri della Cgil sulle tre misure presenti in Manovra. Su Quota 102: l’uscita a 64 anni con 38 di contributi per il solo 2022. C’è il rinnovo di Opzione Donna, ma con un aumento di due anni dell’età che passa da 58-59 anni (per dipendenti e autonome) a 60-61, ma sempre con 35 anni di contributi e ricalcolo contributivo. C’è poi l’Ape Sociale allargata a più lavori più usuranti, da 57 a 221.

Neppure un quarto dei beneficiari delle tre misure nel 2020 riuscirebbe, secondo la Cgil, ad agganciarle il prossimo anno: 32 mila contro 142 mila. L’Ape Sociale raddoppierebbe (da 10 mila a 21 mila), i quotisti crollerebbero (8.500 contro 117 mila), mentre Opzione Donna sarebbe residuale (2 mila contro 14.500). E questo perché il bacino di Quota 102 è già stato svuotato da Quota 100, mentre la stretta su Opzione Donna precluderebbe l’uscita alle nate dal 1961 (se autonome) o 1962 (se dipendenti)”. Così scrive Repubblica.

Tagli che fanno riflettere!

“Il governo apra subito un confronto. Vanno aumentate le risorse per ampliare la platea dei gravosi, estendendo le nuove categorie anche ai precoci, incomprensibilmente esclusi, e per abbassare il requisito contributivo per accedere all’Ape Sociale. Opzione Donna così come formulata è del tutto inutile“, dichiara Roberto Ghiselli, segretario confederale Cgil. Inoltre andare in pensione prima dei 67 anni di vecchiaia comporta un ricalcolo dell’assegno in base ai contributi versati, senza tenere conto degli anni retributivi pre 1996 che quell’assegno lo alzano. Sono tagli che fanno riflettere e che creano malumori non solo all’interno del mondo sindacale.

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