Pensioni, la trattativa tra Governo e Sindacati!

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La trattativa tra Governo e Sindacati per la riforma del sistema previdenziale è ripartita dopo vari mesi di blocco dovuti all’emergenza coronavirus. I Sindacati hanno diverse proposte, mentre il Governo deve operare, come osserva il sito web ultimora.news, “tra le forche caudine dei conti pubblici, con la Ue a monitorare la situazione”.

Inizialmente sembrava essere presa in considerazione una specie di proroga di Quota 100. La misura così tanto discussa, rimane quella su cui è basato tutto il ragionamento sulla riforma del sistema. Quota 100 dovrebbe finire il 31 dicembre 2021 e il pericolo, senza gli opportuni interventi, è che dopo la sua scadenza, i primi esclusi dalla misura, coloro che non hanno ancora 62 anni di età o 38 di contributi, dovranno aspettare circa cinque anni per la propria uscita dal mondo del lavoro.

La fine di Quota 100

L’ipotesi che ci sia un accordo sulla proroga della misura, è sempre meno probabile. Nel summit tra governo e sindacati dove la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo ha incontrato la CGIL, la CISL e la UIL, di proroga di Quota 100 non si è neppure parlato, mentre hanno fatto capolino le proroghe di Opzione Donna e dell’Ape sociale.

Opzione Donna

Per quanto riguarda Opzione Donna, con la proroga si consentirebbe alle lavoratrici nate entro il 31 dicembre 1962 e alle lavoratrici autonome nate entro il 31 dicembre 1961, di accedere alla pensione anticipata calcolata con il sistema contributivo, con 35 anni di contributi. Il vincolo sarebbe l’aver maturato i 35 anni di versamenti entro il 31 dicembre 2020.

Ape sociale

Per l’Ape sociale, oltre alla proroga fino al 31 dicembre 2021, che lascerebbe intatta la possibilità di accedere alla pensione a 63 anni di età con 30 o 36 anni di contributi a invalidi, caregivers, disoccupati e lavori gravosi, potrebbe allargarsi la platea dei beneficiari.

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