Pensioni: la quota 100, 41 e opzione donna saranno nella legge bilancio 2019?

Pensioni: la quota 100, 41 e opzione donna saranno nella legge bilancio 2019?

Riforma pensioni, ultime novità. L’attuale governo Lega-M5S ha l’intenzione di superare la Legge Fornero con l’introduzione della Quota 100, quota 41 e la proroga del regime sperimentale di Opzione Donna. Queste tre misure saranno introdotte nella prossima legge di bilancio? Questa è una delle domande che in questi giorni ha suscitato dibattito sulla riforma previdenziale.

La quota 100, 41 e opzione donna saranno nella legge bilancio 2019?

Il viceministro all’Economia Massimo Garavaglia, in un’intervista rilasciata a Sky TG 24, ha assicurato che le pensioni saranno al centro della prima legge di Bilancio del nuovo governo.

Secondo il viceministro, nel breve termine si agirà in favore delle imprese, e in merito alla pace fiscale si sta già lavorando. In merito alla riforma delle pensioni è intervenuto negli scorsi giorni anche il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, dove ha ribadito che la legge Fornero sarà smontata pezzo per pezzo, e verrà introdotta da subito il nuovo sistema di accesso flessibile all’Inps tramite le quote.

La “Quota 100” teorizzata dal nuovo esecutivo prevede l’uscita dal mondo del lavoro quando la somma fra età anagrafica e contributi annui versati al fisco raggiunge il valore 100, con un limite minimo a 64 anni e 36 di contributi. E sull’età contributiva, che è stata al centro del dibattito politico di questi giorni, Matteo Salvini ha detto che 41 anni di anzianità contributiva siano sufficienti.

Tra i vari provvedimenti del governo Conte dovrebbe essere anche formalizzata la proroga dell’opzione donna, che consente alle lavoratrici la possibilità di andare in pensione a 57-58 anni a patto di accettare un assegno calcolato sul sistema contributivo.

Anche la discussione sui tagli vitalizi e sulle pensioni d’oro si è fatta nelle ultime ore sempre più accesa. Nodo da sciogliere è la questione dell’effetto combinato dato dal taglio degli assegni sopra ai 5mila euro netti (8500 euro lordi circa) ed il contemporaneo taglio dell’Irpef tramite l’istituzione della flat tax.

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