Pensioni: in Trentino cresce la spesa, l’Inps eroga 2 miliardi per 160 mila pensionati

Pensioni e Flessibilità in uscita: le ultime ipotesi di riforma del sistema pensionistico

Pensioni: in Trentino cresce la spesa. Il numero dei pensionati trentini è lo stesso del 2017, ovvero 160.854 ad aumentare del 3% è la spesa per coprirle. Ciò si traduce in 68,7 milioni di euro in più erogati nel 2018 dall’Inps. È questo il primo dato che è emerso dalla relazione annuale dell’Inps del Trentino, presentata a Palazzo Roccabruna.

Pensioni: in Trentino cresce la spesa erogata dall’Inps.

Come ha spiegato il direttore dell’Inps del Trentino Alto-Adige, Marco Zanotelli, l’Istituto ha raggiunto il pareggio di bilancio con un flusso complessivo tra entrate e uscite di 4,9 miliardi di euro (il 14,1% del PIL trentino), anche se 2018, pur non aumentando il numero di pensionati, è cresciuta la spesa pensionistica per l’adeguamento degli assegni al costo della vita.

Le pensioni vigenti in Trentino, sono 160.854 di cui 157.795 previdenziali (125.974 della gestione privata e 31.821 di quella pubblica) e 3.059 quelle assistenziali, per una spesa pensionistica complessiva pari a 2.354 milioni di euro. Quelle liquidate nel 2017, riferite ai nuovi pensionati, ammontano a 6.776, di cui 6.560 previdenziali e 216 assistenziali.

La pensione media per i dipendenti privati si aggira attorno ai 1.147 euro, mentre raddoppia per i dipendenti pubblici. Il reddito pensionistico medio annuo dei trentini è di 18.169 euro, superiore del 3,4% (+ 589,6 euro) al dato nazionale. Resta alto il divario di genere: le donne percepiscono 14.6640 euro all’anno, gli uomini 22.208.

Gli  assegni pensionistici sotto i 1.000 euro sono circa 50 mila, ovvero il 34,8% dei pensionati trentini. Mentre quelli che ricevono pensioni sopra i 3.000 euro al mese sono circa  8.900 persone, ovvero il 6,4%. Analizzando l’aspetto anagrafico: i trentini vanno in pensione mediamente a 62,8 anni (66 e due mesi la media nazionale) e due terzi di questi con la pensione anticipata (42 anni e dieci mesi di contributi). Per i dipendenti pubblici, l’età media sale di poco (63,1 anni). In ogni caso, in pochi attendono la pensione di vecchiaia, che dal prossimo anno salirà a 67 anni secondo la legge Fornero.

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