Pensioni, in futuro una riduzione di circa il 3%!

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La pensione di chi lascerà l’attività lavorativa negli anni a venire sarà più bassa di quanto ci si aspetterebbe. È prevista una riduzione lorda dell’assegno futuro che potrebbe arrivare a quasi il 3% nel 2023. Secondo un esempio che citiamo dal sito de Il Giornale, un lavoratore nato nel 1956 che ha iniziato a versare contributi nel 1980, lascerebbe il lavoro nel 2023, a 67 anni, con una riduzione della quota contributiva del 2,7%. Una percentuale destinata a crescere.

Il problema riguarda le pensioni contributive, che sono legate al Pil. In effetti l’impatto della minore crescita si constata solo sulla parte contributiva dell’assegno, mentre la quota retributiva dipende dal livello della retribuzione e dagli anni di attività lavorativa. Tutto dipende da due riforme previdenziali realizzate a suo tempo: la riforma Dini e la riforma Fornero.  Come spiega ll Giornale, “con la prima, coloro che avevano almeno 18 anni di contribuzione nel 1995 sono stati collocati nel sistema retributivo e quindi hanno il calcolo contributivo solo dal 2012 in poi (anno di avvio della legge Fornero)”.

Sistema contributivo, retributivo e misto

Invece, coloro che al passaggio tra il 1995 e il 1996 avevano meno di diciotto anni rientrano nel sistema misto e vedono applicato il calcolo contributivo da quell’anno in poi, quindi con peso maggiore. “Poi ci sono i lavoratori che avendo iniziato a versare contributi dal 1996 in avanti avranno un assegno integralmente contributivo: molti di loro sono probabilmente ancora lontani dalla pensione”.

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