Pensioni Enasarco: la gestione dei contributi silenti

Pensioni Enasarco: la gestione dei contributi silenti

La gestione dei contributi silenti di Enasarco. I contributi silenti sono tornati alla ribalta a causa delle vicenda di Francesco Briganti, un agente di commercio nel settore sanitario di 66 anni, che ha iniziato lo sciopero della fame per vedere riconosciute le proprie istanze riguardo alla pensione. E’ anche attiva una petizione online a sostegno della sua causa. Briganti è in possesso dei requisiti anagrafici per il pensionamento e nel corso della carriera lavorativa ha versato i contributi all’Inps ed all’Enasarco, l’Ente Nazionale di Assistenza per gli Agenti e Rappresentanti di Commercio.

L’Enasarco ha incamerato da Briganti 17 anni di contributi, pari a 41 mila euro. La questione nasce perché tali contributi non sono cumulabili con quelli dell’Inps,  quindi vale la posizione delle norme vigenti in materia. Per poter andare in pensione l’Enasarco chiede all’iscritto altri tre anni di contributi, in quanto la contribuzione minima richiesta per il pensionamento è di 20 anni. Per inciso, nella gestione previdenziale Enasarco non è prevista la restituzione dei contributi versati, quindi se non si raggiungono almeno 20 anni di contribuzione, essi non possono essere recuperati. 

Pensioni Enasarco: le precisazioni del presidente Gianroberto Costa

Il presidente di Enasarco, Gianroberto Costa, si è detto pronto ad incontrare Francesco Briganti per spiegargli che “una cassa previdenziale deve applicare le leggi e non può cambiarle autonomamente, anche quando possano sembrare poco eque”. Costa auspica un intervento legislativo per ridurre le implicazioni più gravose della norma, che risulta sfavorevole nei confronti dei lavoratori che non hanno versamenti sufficienti per maturare il diritto al pensionamento. Purtroppo, ha chiarito presidente di Enasarco, allo stato attuale le istanze dell’iscritto non possono essere accettate, in quanto persistono le motivazioni che ne impediscono l’accoglienza.

L’Enasarco ha precisato, inoltre, che gli iscritti che hanno cessato l’attività di agenzia senza aver raggiunto il requisito contributivo minimo per il pensionamento di vecchiaia, possono comunque richiedere la prosecuzione volontaria dei versamenti. Non essendosi avvalso di tale facoltà, Briganti può incrementare il suo conto previdenziale solo mediante la contribuzione obbligatoria versata dalle imprese preponenti per effetto del conferimento di un nuovo rapporto di agenzia.

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