Pensioni: ecco quali sono le novità introdotte nella nota di aggiornamento al Def

Pensioni: ecco quali sono le novità introdotte nella nota di aggiornamento al Def

Il Documento di Economia e Finanza (Def), che contiene tutte le misure introdotte nella nuova manovra finanziaria è stato approvato dal Consiglio dei Ministri, giovedì 27 settembre 2018. Tra i principali punti vi è la riforma delle pensioni e reddito di cittadinanza.

Pensioni: ecco quali sono le novità introdotte nella nota di aggiornamento al Def.

Le novità principali riguardano l’introduzione della cosiddetta quota 100, che prevede l’uscita dal mondo del lavoro quando la somma fra età anagrafica e contributi annui versati al fisco raggiunge il valore 100, e l’anticipazione del diritto alla pensione anticipata. Entrambe le misure entreranno in vigore a partire dall’anno 2019.

In particolare, nel testo del provvedimento varato dal Governo si legge, che è prevista “l’introduzione di modalità di pensionamento anticipato per favorire l’assunzione di lavoratori giovani”. Secondo quanto trapelato, saranno richiesti almeno 62 anni e 38 anni di contributi per andare in pensione con quota 100. Inoltre, si starebbe studiando la possibilità di bloccare l’aumento dell’aspettativa di vita di 5 mesi per le pensioni anticipate previsto per il 2019.

Il provvedimento, inoltre, prevede altre quote di “uscite”, infatti, se si esce con un’età più elevata la quota sale (101 con 63 anni più 38, 102 con 64 anni più 38 e così via fino alla quota 107). L’intero pacchetto pensioni dovrebbe costare circa otto miliardi l’anno prossimo e nove il successivo con un aumento contenuto poiché la gran parte delle persone dovrebbero uscire nel 2019.

Nella nota di aggiornamento al Def si parla anche di pensionamento anticipato. Le norme attualmente in vigore fissano questa soglia a 43 anni e 3 mesi di contributi versati per gli uomini e 42 anni e 3 mesi per le donne. Dovrebbe essere inoltre prevista la proroga dell’opzione donna con l’anticipo per l’accesso alla pensione a fronte del ricalcolo interamente contributivo per gli anni di lavoro. Non dovrebbero invece essere previste penalizzazioni per chi anticipa l’uscita.

‘Il Sole 24 Ore’ in un’editoriale ha parlato di un probabile accantonamento dell’ipotesi ‘penalizzazione per ogni anno di anticipo’, opzione che sembrava avesse preso piede negli ultimi giorni. Molto più probabile, invece, il vincolo di almeno due o tre anni di contribuzione figurativa.

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