Pensioni e spesa previdenziale: le precisazioni del Mef, le richieste dei sindacati

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Il Mef ha dichiarato, tenendo conto dei dati più aggiornati del monitoraggio di Quota 100, che i costi complessivi imputabili all’introduzione della nuova misura per le pensioni anticipate saranno sensibilmente inferiori a 20 miliardi di euro, smentendo le notizia circolanti nell’ultimo periodo di un maggior onere pensionistico di 63 miliardi di euro. Nel  Rapporto n.20 della Ragioneria Generale dello Stato: “Le tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario”, vengono indicate le tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario e le previsioni della spesa pubblica per pensioni in rapporto al PIL.

Nel dossier si evidenzia che nel triennio 2016-2018, in presenza di un andamento di crescita più favorevole e della prosecuzione graduale del processo di innalzamento dei requisiti minimi di accesso al pensionamento, il rapporto fra spesa pensionistica e PIL decresce fino a convergere al 15,3%. Nel triennio successivo il rapporto risente delle norme introdotte con la L 26/2019 crescendo fino ad un massimo relativo del 15,9%. La transitorietà della norma implica una successiva decrescita che porta il rapporto al 15,6% nel 2029. Successivamente il rapporto spesa/PIL aumenta velocemente fino a raggiungere il picco del 16,1% nel 2044. Negli anni successivi, il rapporto tra spesa pensionistica e PIL inizia una rapida discesa fino a livello del 15,3% nel 2050 per attestarsi al 13,1% nel 2070, con una decelerazione pressoché costante nell’intero periodo

Assistenza e previdenza

Il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti, ritiene che sarebbe utile “un’operazione verità” sull’importo della spesa per pensioni e della spesa per l´assistenza da parte della Ragioneria Generale dello Stato, separando contabilmente i due capitoli. “È più che mai opportuno, a tale proposito, restituire rapidamente la commissione istituzionale, per operare questa separazione e dimostrare all’Europa che la spesa per pensioni in Italia è in media, e in qualche caso al di sotto, con quella degli altri paesi“, ha sottolineato il leader sindacale.

Pensioni ed adeguamento all’aspettativa di vita

A proposito dei dati  indicati nel dossier della RGS, Proietti ritiene che l´adeguamento automatico all’aspettativa di vita e il sistema dei coefficienti, richiamati dalla Ragioneria, siano “profondamente iniqui” e penalizzino “due volte i lavoratori, perché innalzano l’età di pensionamento e, al contempo, modificano il coefficiente di trasformazione”. “In questo modo si continua a fare cassa sui lavoratori e pensionati”, ha puntualizzato l’esponente sindacale.

Per la UIL bisogna operare una revisione dell´automatismo all’aspettativa di vita differenziandolo in relazione alle diverse tipologie di lavoro e bisogna modificare al contempo il meccanismo dei coefficienti assegnandolo per coorti di età.

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