Pensioni e spesa previdenziale: l’analisi di Cesare Damiano

Pensioni e spesa previdenziale: l'analisi di Cesare Damiano

Spesa pensionistica e sostenibilità del sistema previdenziale. Cesare Damiano, esponente del Partito democratico ed ex Ministro del lavoro, ha commentato i dati forniti sulle pensioni italiane nel Working Paper del Fondo Monetario Internazionale. Nel dossier si conclude che la spesa pensionistica italiana è molto elevata, nonostante gli effetti benefici della legge Fornero, e risulta pari al 16% del PIL. Damiano ritiene che l’analisi dell’FMI sull’incidenza della spesa pensionistica sul PIL sia “un falso ideologico”. Le critiche mosse dal FMI alla gestione della previdenza in Italia, per l’esponente dem, hanno l’intento di preparare il terreno ad ulteriori tagli alla previdenza.

Nello studio del FMI sono suggeriti alcuni correttivi che andrebbero apportati per limitare la spesa pensionistica, quale l’eliminazione della quattordicesima e la riduzione della tredicesima, da sostituire con misure di contrasto alla povertà. Un’altra ipotesi ventilata dal FMI è quella dell’introduzione di un limite d’età per il coniuge vedovo e la limitazione dei pagamenti esclusivamente al coniuge vedovo o i figli.

Pensioni e spesa previdenziale: l’analisi di Cesare Damiano.

Nella sua analisi sulle conclusioni del Working Paper del Fondo Monetario Internazionale, Damiano ha affermato che il FMI è un’istituzione “da sempre non neutrale”, con un’evidente ispirazione liberista. Per l’ex Ministro del lavoro il nodo da rilevare è che l’assistenza e la previdenza in Italia confluiscono in un unico capitolo  di spesa. La soluzione per avere dei dati aderenti alla realtà, sarebbe dunque quella di separare definitivamente la previdenza dall’assistenza.

Damiano invita  anche a riflettere sull’incidenza della tassazione delle pensioni in Italia, tra le più alte d’Europa: 43 miliardi di euro che tornano nelle casse dello Stato. Il vero dato sulla spesa previdenziale, secondo quanto affermato dall’esponente dem, è che essa incide per il 12% del PIL, scorporando le spese assistenziali e la tassazione. Un risultato in linea con gli altri paesi europei, osserva Damiano.

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