Pensioni e Flessibilità in uscita: le ultime ipotesi di riforma del sistema pensionistico

Pensioni e Flessibilità in uscita: le ultime ipotesi di riforma del sistema pensionistico

Cesare Damiano, dirigente del Partito Democratico, pochi giorni fa ha commentato le affermazioni in fatto di pensioni e sistema pensionistico del presidente dell’Inps Pasquale Tridico rilasciate in seno all’audizione alla Camera, dicendosi concorde con lui. Damiano ha così sottolineato, in accorso con Tridico, che il nuovo cardine del sistema pensionistico vada individuato nella flessibilità in uscita: “In primo luogo è vero che il sistema è sostenibile: non è più possibile accollare alla previdenza il costo dell’assistenza e calcolare l’incidenza della spesa pensionistica sul Pil al lordo delle tasse. In secondo luogo, è giusto individuare la flessibilità come muro portante di un nuovo sistema, mano a mano che ci avviciniamo al contributivo puro, che decollerà all’incirca dopo il 2030″.

Età pensionabile e flessibilità in uscita: le considerazioni di Cesare Damiano

Sul punto tanto dibattuto dell’età pensionistica Damiano si è così espresso: “Sull’età di riferimento a partire dalla quale poter andare in pensione, penso che sarebbe logico consolidare i 63 anni già previsti per l’Ape sociale, da far valere per tutti i lavoratori che abbiano maturato 35-36 anni di contributi. Coloro che svolgono lavori usuranti o gravosi non devono avere penalizzazioni per l’anticipo pensionistico: penalizzazioni che potrebbero essere previste, invece, per chi svolge un lavoro ‘normale’. L’entità della penalizzazione potrebbe essere del 2% per ogni anno di anticipo, come indicato nella proposta di legge presentata nel 2013: primi firmatari Cesare Damiano, Pierpaolo Baretta e Marialuisa Gnecchi”.

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