Pensioni d’oro: tagli e contributo di solidarietà

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“È fin troppo chiaro che tutte le soluzioni prospettate nel corso del tempo mirano esclusivamente a colpire – in qualsiasi modo – i pensionati con reddito sopra la media, seppure con risultati economici modestissimi”, ha affermato Giorgio Ambrogioni, presidente Cida, su le formiche.net.

“Nel prossimo futuro del “governo del cambiamento” appare un “vecchio” strumento della politica fiscale e previdenziale nazionale: il contributo di solidarietà. Destinato però, a quanto pare, a colpire esclusivamente una categoria di percettori di reddito, cioè i pensionati. E, fra questi, solo quelli che percepiscono un assegno mensile medio-alto, quantificabile – secondo la vulgata nazionale – in 90mila euro lordi l’anno“, ha osservato Ambrogioni.

Pensioni d’oro e contributo di solidarietà: l’analisi di Giorgio Ambrogioni.

“Evidentemente non è stato sufficiente argomentare che, chi oggi è titolare di pensioni di importo medio-alto, negli anni ha versato contributi altissimi e ha subito una imposizione fiscale pesante nel corso di tutta la sua vita lavorativa: i dirigenti, infatti, rientrano in quel 12% di contribuenti che versano il 54% dell’Irpef complessiva, garantendo quel gettito indispensabile al mantenimento del nostro modello di welfare”, ha osservato il presidente Cida a proposito dell’ipotesi che venga introdotto un contributo di solidarietà.

“In questa operazione non c’è niente di coerente, mentre è fin troppo chiaro solo un intento puramente demagogico. Inoltre, in un momento in cui si tenta di stimolare domanda e Pil, non si è forse valutato a sufficienza l’effetto di contrazione dei consumi e di aumento del risparmio difensivo che di sicuro deriverebbe dalla caduta della certezza del diritto e degli affidamenti dello Stato, non solo per i pensionati, ma per tutti i percettori di reddito”, ha aggiunto.

I tagli alle pensioni d’oro producono risultati modesti.

“È fin troppo chiaro che tutte le soluzioni prospettate nel corso del tempo (il taglio sopra i 5.000 euro, il taglio in base all’anzianità anagrafica, l’ennesimo contributo di solidarietà e l’ennesimo blocco delle rivalutazioni) mirano esclusivamente a colpire – in qualsiasi modo – i pensionati con reddito sopra la media, seppure con risultati economici modestissimi, consistenti in poche centinaia di milioni di euro, a cui va sottratto peraltro il relativo mancato gettito dell’Irpef”, ha precisato Ambrogioni.

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