Pensioni d’oro e contributo di solidarietà: la presa di posizione della Cida

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La Cida, Confederazione Italiana Dirigenti e Alte Professionalità, ha tirato le somme sulle ultime novità previste in tema di pensioni in vista della Legge di Bilancio, nel convegno dal titolo: “Non per equità ma per cassa”. Giorgio Ambrogioni, Presidente Cida, ha chiarito la posizione della Confederazione sul contributo di solidarietà: “Tramontata l’assurda proposta di legge sul cosiddetto ricalcolo delle pensioni medio-alte, al suo posto ecco l’ennesima ipotesi di ‘contributo di solidarietà’ a scapito delle stesse categorie di pensionati. Una formula apparentemente più sobria, ma non per questo meno ingiusta, visto che sono anni che la nostra categoria versa contributi di solidarietà senza che si riesca a dare una risposta organica e strutturale ai problemi che li hanno motivati. Insomma, smantellato il ‘castello’ dell’equità, resta la cassa, ossia la strada più facile, per il legislatore, per reperire le risorse necessarie a sostenere l’azione di governo: i redditi da pensione”.

Pensioni d’oro e contributo di solidarietà: l’analisi del presidente Cida.

Ambrogioni ritiene che la nuova formulazione del contributo di solidarietà renda quest’ultimo un vero e proprio “scippo”: “Quello che trapela in merito alla nuova versione del ‘contributo di solidarietà, che potrebbe durare 5 o più anni ed essere applicato all’intero ammontare del reddito da pensione, anziché sulla quota eccedente i 90mila euro lordi annui (già di per sé grave), fa rabbrividire“, ha affermato. “Saremmo di fronte”, ha proseguito Ambrogioni, “ad un vero e proprio esproprio o meglio ancora a uno scippo, cui si aggiungerebbe anche un nuovo blocco, totale o parziale, della perequazione all’inflazione, un’altra misura demagogica e profondamente iniqua.

Per il presidente Cida non è tutto: “Il lato peggiore di questa situazione è l’averci dipinti, agli occhi dell’opinione pubblica, come dei privilegiati, una casta che percepisce ‘pensioni d’oro’ che vanno tagliate per ripristinare una presunta e vagheggiata equità sociale. Al contrario, ‘pensioni d’oro’ è un termine insultante, manipolante, demagogico, e socialmente divisivo”.

Nei prossimi giorni metteremo a punto un piano d’azione per contrastare e ribaltare questo scenario, con le modalità più efficaci per scuotere il mondo della politica e delle istituzioni dal ‘sonno della ragione’ in cui sono cadute. Siamo aperti al confronto e a fare la nostra parte, ma siamo pronti a manifestare in tutte le sedi il nostro profondo dissenso, per difendere e salvaguardare i nostri diritti, i nostri legittimi interessi, la nostra immagine sociale e professionale”, ha concluso Ambrogioni.

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