Pensioni di reversibilità, il severo giudizio dell’Ocse

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Nel Prospetto delle pensioni 2018, l’Ocse ha toccato il delicato tema delle pensioni di reversibilità.Nel dossier viene affermato che “le pensioni di reversibilità sono ancora necessarie per evitare il deterioramento del tenore di vita dopo il decesso del partner. Tuttavia, i beneficiari non dovrebbero avere diritto ad una prestazione di reversibilità permanente prima dell’età pensionabile. Si dovrebbero prevedere, invece, prestazioni temporanee, per aiutarli ad adattarsi alla nuova situazione”. 

Secondo l’Ocse: “Il costo delle pensioni di reversibilità dovrebbe essere internalizzato per ciascuna coppia o almeno complessivamente tra tutte le coppie. In una riforma neutrale in termini d’impatto sul bilancio pubblico, ciò significa che il livello delle pensioni dei single sarà superiore a quello di coloro che vivono in coppia e beneficiano di pensioni di reversibilità”.

Le precisazioni di Ignazio Ganga (Cisl)

Il segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga, ha voluto esternare alcune considerazioni in merito al giudizio dell’Ocse sulle pensioni di reversibilità italiane. “Innanzitutto va detto che gran parte dei percettori di pensione di reversibilità sono cittadini e cittadine di età elevata che poco o niente hanno a che fare con le dinamiche del mercato del lavoro e semmai il problema Ocse andrebbe valutato nell’ambito dei cambiamenti della struttura della società italiana che registra un andamento (fortunatamente favorevole) rispetto all’aspettativa di vita”, ha dichiarato.

La normativa in materia di reversibilità

“In secondo luogo, ci piace ricordare all’Ocse che il contributo versato all’Istituto di Previdenza per le pensioni comprende già in origine la prestazione per i superstiti e non è un caso che la normativa sia indicata secondo l’acronimo IVS dove la “S” sta per l’appunto per “superstiti”, ha aggiunto Ganga.

“In terzo luogo, per effetto della legge Dini del 1995 l’importo delle pensioni di reversibilità in Italia è condizionato dal reddito, per cui più alto è il reddito del coniuge superstite meno questi prende per la reversibilità e il taglio è molto rilevante. Infatti per un reddito oltre 3 volte il trattamento minimo (circa 19.800 euro lordi) il taglio dell’assegno è del 25%, oltre 4 volte il taglio è del 40%, e oltre le 5 volte la riduzione raggiunge il 50%. Inoltre, se la pensione ai superstiti è calcolata con il metodo contributivo non c’è alcun diritto all’integrazione al trattamento minimo di pensione”.

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