Pensioni dei sindacalisti: le precisazioni di Roberto Ghiselli

Riforma pensioni: le priorità del nuovo esecutivo secondo Roberto Ghiselli della Cgil

Il Vice Premier Luigi Di Maio ha annunciato che presto sarebbe stata fatta chiarezza sulle pensioni dei sindacalisti, con la successiva applicazione di tagli sugli importi. Il segretario confederale della Cgil, Roberto Ghiselli, ha ribattuto via social punto per punto alle affermazioni fatte in merito negli ultimi giorni. In particolare, secondo il leader sindacale: “L’ennesimo video diffuso in rete sulle “pensioni d’oro dei sindacalisti” contiene palesi falsità”.

Ghiselli ha precisato: “La legge 564/95 non determina un privilegio previdenziale per i sindacalisti ma consente all’organizzazione sindacale di pagare regolarmente i contributi, a chi è in distacco o in aspettativa, sull’eventuale differenza fra la retribuzione percepita nell’azienda di provenienza e quella prevista dall’organizzazione, parificando quindi le condizioni dei sindacalisti a tutti gli altri lavoratori”.

I chiarimenti di Ghiselli

Ghiselli ha proseguito:” Il calcolo della quota retributiva della pensione sull’ultimo stipendio non è una norma ad hoc per i sindacalisti ma si applica a tutti i lavoratori pubblici, per il periodo di lavoro precedente al 1993 (decreto lgs 503/92). Pertanto anche per chi è in distacco sindacale questa condizione riguarda solo chi proviene dalla pubblica amministrazione e solo per i periodi antecedenti il 1993″.

Per quanto riguarda il “caso Bonanni”, ha  precisato l’esponente sindacale, “non ha nulla a che vedere con la legge 564/95, perché lo stesso non era né in aspettativa né in distacco sindacale. I trattamenti pensionistici di D’Antoni, come si evince dallo stesso servizio, non derivano prevalentemente dall’attività sindacale ma da altre funzioni ricoperte.  In questi anni vi sono stati alcuni sindacalisti ai quali, aggirando la norma e contando sui mancati controlli da parte dell’Inps, sono state gonfiate le retribuzioni nell’ultimo periodo di lavoro, facendo lievitare di conseguenza anche la loro pensione. Si tratta di pochissimi casi e nessuno della Cgil che ha più volte evidenziato la necessità di rendere più efficace il contrasto a questi comportamenti truffaldini, anche proponendo specifici interventi amministrativi e normativi. Il 2 agosto abbiamo sollecitato il ministro Di Maio ad un incontro per discutere del problema ma senza ottenere alcun riscontro”.

Ghiselli:”Campagna di diffamazione del sindacato”

“In conclusione: i trattamenti pensionistici dei sindacalisti sono quelli che si applicano a tutti gli altri lavoratori. In questi anni vi sono stati alcuni limitati casi di comportamenti illeciti che vanno puniti e possono essere migliorate le norme per prevenirne altri. Basterebbe discuterne anziché sollevare polveroni o minacciare misure punitive.
Ma la questione di fondo è un altra: essendo partita una spregiudicata campagna mediatica di diffamazione del sindacato, come ritorsione rispetto alle iniziative messo in campo in questi mesi, questi signori stiano certi: nessuno si farà intimorire“, ha sottolineato Ghiselli.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Diritto.news

Informazioni sull'autore