Pensioni comparto scuola: le proposte emendative dell’Anief

Pensioni e Legge di Bilancio 2018: deroga all'innalzamento dell'età pensionabile

L’Anief è stata audita in Commissione lavoro al Senato nel corso dell’iter di conversione in legge del decreto 28 gennaio 2019, n.4,  recante disposizioni urgenti in materia di Reddito di cittadinanza e di pensioni. La delegazione dell’Anief  ha formulato alcune richieste di modifica a tale decreto, tra cui l’utilizzo delle risorse del reddito di cittadinanza anche per agganciare i nuovi aumenti contrattuali all’aumento del costo della vita, per il biennio 2019/2020 a fronte di quanto stanziato nella legge di stabilità e l’indennità di vacanza contrattuale al 50% dell’aumento del costo della vita, al netto degli aumenti contrattuali già definiti o da definire per il triennio 2016/2018.

Inoltre, Anief  ha chiesto di consentire il pensionamento anticipato a chi matura i requisiti entro la data di conversione in legge del decreto (fermo restando per la scuola la possibilità di andare in pensione al 1° settembre se maturati entro il 31 agosto) e di accedere a quota 100 ”a prescindere dall’età anagrafica o dall’anzianità contributiva, calcolando esclusivamente la somma dei due indicatori”, così da poter andare in pensione anticipata anche con 40 anni di servizio e 60 anni di età.

Pensioni per il personale scolastico

L’Anief nel corso dell’audizione ha chiesto di far valere le disposizioni precedenti all’approvazione della riforma Fornero per tutto il personale della scuola visto il lavoro usurante ed, inoltre, di allargare a scuola primaria e secondaria l’accesso ad Ape Social e a tutti l’agevolazione sui periodi non coperti da contribuzione, estendere il riscatto agevolato della laurea passando dai 45 anni di età anagrafica a 50 anni e di rivedere a 76 mila il limite dell’importo di finanziamento per la liquidazione del trattamento di fine servizio con una tassazione all’1.5%

Il punto di Marcello Pacifico

 Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “quelle presentate sono modifiche giuste per un testo che accogliamo con favore, dopo aver lottato per anni nei tribunali, quando già all’indomani della riforma Fornero chiedevamo attenzione per quota 96 del personale della scuola. Oggi il Governo si è finalmente accorto degli errori di una riforma che ci aveva allontanati dall’Europa dove si va in pensione a 63 anni con il massimo dei contributi, che fu approvata per ragioni di cassa ma anche per coprire i tanti baby pensionamenti e privilegi avvenuti negli anni passati. La ratio degli emendamenti, se condivisa dalla maggioranza giallo-verde, non potrà che migliorare un testo che tanti aspettavano”.

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