Pensioni, calano gli anticipi nei primi tre mesi. Vediamo perché

Pensioni, le date dei pagamenti di settembre 2021

Nel corso del primo trimestre dell’anno i nuovi pensionamenti anticipati si sono praticamente uniformati a quelli di vecchiaia: 55.085 contro 54.009, mentre nel 2019 il rapporto era superiore di più del 50%. Lo rivelano le nuove statistiche dell’INPS relative ai flussi di pensionamento per le principali gestioni, escluso il pubblico impiego.

Il dato è simile anche per le gestioni del lavoro autonomo e secondo le analisi dell’Istituto il calo sarebbe dovuto al fatto che l’anno scorso “Quota 100” e le altre forme di pensionamento agevolato avevano determinato un aumento dei ritiri anticipati. Effettivamente nei primi tre mesi dell’anno le nuove domande presentate per “Quota 100” sono state circa trentamila, con una media mensile dimezzata rispetto a quella registrata nell’intero 2019.

Coronavirus spinge a considerare quota 100!

È ovvio che questi primi dati non consentono di trarre conclusioni su ciò che succederà da qui a fine anno, in particolare se si considera quale sia il nuovo contesto: da un mercato del lavoro con i connotati stravolti dalla pandemia del coronavirus, molti lavoratori con i requisiti minimi  – cioè 62 anni di età e 38 di contributi – potrebbero essere spinti a valutare e a considerare nei mesi a venire un’uscita con “Quota 100” che, in circostanze diverse, non sarebbe affatto stata all’ordine del giorno.

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