Pensioni anticipate e Quota 100: l’analisi di Vincenzo Galasso

Cumulo gratuito per i professionisti: le ragioni della mancata attivazione

Le pensioni anticipate con Quota 100 sono state oggetto di un’analisi dell’economista Vincenzo Galasso. Ospite della trasmissione Omnibus, Galasso ha dichiarato: “Credo che Quota 100 sia un provvedimento profondamente sbagliato, soprattutto nei confronti dei giovani“. Secondo il docente della Bocconi, Quota 100 non servirà a creare nuovi posti di lavoro.

“I giovani che fanno mansioni diverse dalla persone anziane che usciranno con Quota 100,  verrebbero comunque assunti nel mercato del lavoro e quindi non sarà Quota 100 a farli assumere“, ha osservato. Il conto di Quota 100, però sarà tutto a carico delle giovani generazioni per Galasso. “Quota 100 non la pagano, come sembra voler dire Salvini, Monti e la Fornero, ma la pagano i giovani perchè in Italia i contributi previdenziali vengono versati dai lavoratori”, ha precisato.

“Ci sarà un aumento della spesa previdenziale, prevista, appunto, da Quota 100, che sarà pari a 22 miliardi in tre anni ed a 47 miliardi in dieci anni, sempre che il provvedimento rimanga temporaneo per tre anni, altrimenti potrebbe sforare i 100 miliardi. Questi soldi verranno presi dai contribuenti, cioè i lavoratori”, ha sottolineato Galasso.

“Chi anticipa deve pagare un piccolo costo”

Galasso ha proseguito: “Sono paradossalmente d’accordo con Salvini quando dice che è importante dare libertà di scelta alle persone e credo che sia giusto che le persone possano scegliere di andare in pensione prima, però chi va in pensione prima, chiaramente deve pagare un piccolo costo. Prendiamo un lavoratore che ha iniziato a lavorare dopo il primo gennaio del ’96, quindi è pienamente nel contributivo. Questo lavoratore versa contributi e nel corso del tempo questi contributi vengono, diciamo così, registrati, per cui quando poi va in pensione, l’ammontare dei contributi viene convertito nella sua pensione. Immaginate una persona che versando contributi ha totalizzato 100 e questo 100 va diviso in vent’anni di possibile pensionamento. Quindi prenderebbe 5 all’anno. Se questa persona decide di smettere di lavorare un anno prima, avrà totalizzato, ad esempio 98 di contributi. Questa persona quindi non sarà in pensione in media per venti anni, ma sarà in pensione per 21. Se dividiamo 98 per 21 verrà circa 4,7. Quindi non dovrà più ricevere 5 ma sarebbe giusto che ricevesse 4,7″.

Quota 100 è un bonus per gli ultra sessantenni

“Ma questo non è quello che fa Quota 100, che vi dice, andate in pensione un anno, due anni o tre anni prima e prendete esattamente la stessa pensione. Quindi è un regalo, un bonus che facciamo agli ultrasessantenni”, ha puntualizzato l’economista.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Diritto.news

Informazioni sull'autore