Pensioni 2018: le nuove criticità per l’Ape volontario

Pensioni 2018: le nuove criticità per l'Ape volontario

Pensioni anticipate ed Ape volontario: la denuncia dell’Inas. L’Ape volontario è un anticipo finanziario a garanzia pensionistica e consente di andare in pensione anticipatamente mediante un prestito commisurato e garantito dalla pensione di vecchiaia,  erogato dalla banca in quote mensili per 12 mensilità, che il beneficiario otterrà alla maturazione del diritto.

Per accedere al prestito occorre avere una età minima di 63 anni; aver maturato una anzianità contributiva non inferiore a 20 anni ed avere un importo della futura pensione mensile, al netto della rata di ammortamento per il rimborso del prestito richiesto, pari o superiore a 1,4 volte il trattamento minimo dell’Assicurazione Generale Obbligatoria. Il presidente dell’Inas-Cisl, Gigi Petteni, ha rivolto un appello alle banche affinché vengano superati gli ostacoli burocratici che impediscono l’invio delle domande per l’accesso all’Ape volontario.

Ape volontario: l’appello dell’Inas-Cisl.

L’Ape volontario, dunque, stenta ancora a partire. Il presidente dell’Inas-Cisl, Gigi Petteni, ha invitato ad una rimozione, quanto più veloce possibile, degli ostacoli di carattere burocratico che impediscono l’invio delle istanze d’accesso all’Ape volontario. Il presidente del patronato della Cisl ha sottolineato l’urgenza di giungere ad un sblocco delle pratiche a causa dell’avvicinarsi della data di scadenza per l’invio delle domande. Il primo termine utile per la presentazione delle istanze per chi ha maturato il diritto tra il 1° maggio e il 18 ottobre 2017 è, infatti, decisamente vicino, trattandosi del prossimo 18 aprile. Sembra molto difficile che tale termine posa essere rispettato, data l’attuale situazione di stallo, ha osservato Petteni.

Il rischio che si corre è quello di danneggiare un gran numero di lavoratori interessati all’Ape volontario. Il presidente del patronato della Cisl ha ribadito la necessità di rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono ai cittadini di esercitare un proprio diritto, sottolineando l’ingiustizia derivata dai ritardi burocratici dovuti a soggetti terzi, nello specifico le banche, che rischiano di impedire l’attivazione della misura.

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