Ordinamento penitenziario, dopo l’approvazione dei primi decreti slitta l’esame della riforma carceraria!

Ordinamento penitenziario, dopo l'approvazione dei primi decreti slitta l'esame della riforma carceraria!

La riforma dell’ordinamento penitenziario slitta al prossimo consiglio dei ministri. Giovedì scorso il Consiglio dei Ministri ha approvato in via preliminare tre decreti attuativi della riforma dell’ordinamento penitenziario, rinviando l’esame del testo nel suo complesso al prossimo consiglio dei ministri, in programma per il 7 marzo, ossia dopo lo svolgimento delle elezioni politiche in programma per il 4 marzo. Il motivo principale del rinvio è rappresentato dal fatto che le camere avessero presentato numerosi rilievi e motivi di censura nei pareri formulati, che richiedevano un esame più approfondito che non poteva essere svolto in un tempo così ridotto.

Le novità introdotte con i decreti attuativi approvati dal consiglio dei ministri.

Il premier Gentiloni ha garantito che la riforma verrà varata nelle prossime sedute. In via preliminare in questo consiglio dei ministri in materia di ordinamento penitenziario sono stati approvati i tre decreti attuativi avente ad oggetto la giustizia minorile, il lavoro e la giustizia riparativa. In particolare l’obiettivo principale era la riduzione della recidiva per coloro che sono detenuti in carcere sia a titolo definitivo che cautelare.

Il primo decreto approvato ha ad oggetto lo sviluppo delle opportunità di lavoro sia all’interno che all’esterno del carcere e le attività di volontariato per il reinserimento dei detenuti. Il secondo riguarda la disciplina dell’esecuzione delle pene nei confronti dei minorenni, mentre il terzo ha ad oggetto la giustizia riparativa, attraverso percorsi di riparazione del reo nei confronti di chi ha subito il reato.

Le critiche mosse da Antigone e Rita Bernardini.

Grande delusione per Patrizio Gonnella presidente dell’associazione Antigone che dopo il Consiglio dei Ministri del 22 febbraio ha sottolineato la preoccupazione per la mancata approvazione della riforma delle carceri. Secondo Gonnella la legge del 1975 sull’ordinamento carcerario va modificata con urgenza per adeguarla alle nuove esigenze, per ampliare l’ambito di applicazione delle misure alternative alla detenzione, che si pongono l’obiettivo di ridurre la recidiva del reo. Gonnella si augura che anche dopo le elezioni le autorità portino a compimento una riforma così importante, e che i decreti elaborati da persone estremamente competenti trovino finalmente attuazione.

Delusione e amarezza anche per Rita Bernardini esponente dei radicali, che su Facebook ha annunciato che inizierà lo sciopero del voto, dopo aver sospeso lo sciopero della fame. Per la Bernardini il rinvio della riforma dell’ordinamento penitenziario rappresenta un fatto grave e per questo motivo il partito radicale denuncerà lo stato italiano alle giurisdizioni superiori internazionali, da cui peraltro in più occasioni è già stato condannato per trattamenti inumani e degradanti nelle carceri.

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