Opzione Donna strutturale: le richieste del gruppo Opzione Donna le escluse

Opzione Donna: continua il pressing per la proroga della misura

Tante le proposte al vaglio della Commissione Lavoro alla Camera sulla fronte riforma delle pensioni. La Legge di Bilancio 2022 sarà il punto di volta per capire se verranno introdotte delle misure atte a garantire flessibilità in uscita. Da una parte si paventa l’ipotesi di un rinnovo di Opzione Donna, dall’altra si fa avanti anche l’idea di procedere ad una stabilizzazione della misura. In particolare il Pd ha avanzato una sua proposta a firma di Debora Serracchiani e Cantone che punta a rendere permanente Opzione donna.

L’importanza della misura Opzione Donna e della sua stabilizzazione

Ricordiamo che “Opzione donna” è un trattamento pensionistico calcolato secondo le regole di calcolo del sistema contributivo ed erogato, a domanda, in favore delle lavoratrici dipendenti e autonome che hanno maturato i requisiti previsti dalla legge entro il 31 dicembre 2020. Possono accedere alla pensione con opzione donna le lavoratrici che abbiano maturato, entro il 31 dicembre 2020, un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni ed un’età anagrafica pari o superiore a 58 anni (per le lavoratrici dipendenti) e a 59 anni (per le lavoratrici autonome).

Un progetto interessante vorrebbe ridisegnare la formula Opzione Donna, attualmente applicabile sino a fine 2021, rendendola una misura a regime, stabilendo che le lavoratrici possono maturare i requisiti per accedere al trattamento pensionistico anticipato entro il 31 dicembre di ciascun anno, e non entro il 31 dicembre 2020 come attualmente previsto. Le condizioni per il prepensionamento resterebbero le stesse.

Le richieste del gruppo Opzione donna: le escluse

Fortemente avvertita l’esigenza di ottenere, in via definita, la stabilizzazione della misura, in particolare del gruppo Facebook Opzione donna: le escluse, che nasce nel 2018 per dare voce alle tante donne, che chiedevano la proroga della misura opzione donna. Con la tempra e tenacia di sempre, l’amministratrice Paola Viscovich, ci ha raccontato un pò la storia del suo gruppo, e l’obiettivo con cui nacque nel 2018: “I requisiti anagrafici furono aumentati di un anno e per un soffio rimasero fuori le donne nate nel 61 se dipendenti e nate nel 60 se autonome. Dopo la delusione iniziale, ci siamo rimboccate le maniche e non abbiamo mai mollato. Grazie alla nostra tenacia al nostro pressing a 360° e grazie soprattutto alla ex ministra del lavoro Catalfo assieme alla Spadoni, alla Pallini e all’onorevole Durigon, la misura fu prorogata e le nate nel 61 poterono usufruirne”.

Il lavoro a tutela delle donne, però, non era ancora finito: “Avremmo potuto mollare visto che avevamo raggiunto l’obiettivo, ma per me è diventata una missione: non potevamo lasciare indietro nessuna. Da qui anche lo scorso anno abbiamo lottato, combattuto e siamo riuscite a far prorogare per un altro anno la misura”. Questa, però, non può e non deve essere una battaglia infinita, che comporterebbe solo il dispendio di energie da poter far confluire verso nuovi importanti orizzonti. Capita l’importanza e l’utilità che la misura, che si è rivelata economicamente vantaggiosa anche per lo Stato, ha assunto nel corso degli anni, sembra proprio giunto il momento di ottenerne in via definitiva la stabilizzazione.

Tornando ad oggi, la Viscovich ha le idee ben chiare sulla priorità da perseguire sul fronte riforma pensioni, in particolare in merito al futuro di Opzione Donna: “Ora siamo di nuovo al momento della stesura della nuova Legge di bilancio per l’anno 2022, e sono tante le donne che hanno bisogno di questa misura. Per questo il mio gruppo vuole sensibilizzare il Ministro Orlando, il sottosegretario Tiziana Nisini, il consulente del Ministro, Cesare Damiano, tutte le sigle sindacali da Proietti a Ghiselli, da Landini a Sbarra, affinché la misura opzione donna sia prorogata con la possibilità di renderla strutturale. La misura è sicuramente penalizzante, ma deve essere data alle donne la possibilità di poter scegliere. La LDB ha già iniziato il suo percorso, entro il 20 ottobre il testo dovrebbe approdare in Parlamento, entro il 31/12 l’approvazione per evitare l’esercizio provvisorio, siamo fiduciose di veder scritto nel testo: proroga opzione donna!!!”.

Opzione Donna strutturale: la degna conclusione di una lunga battaglia

Rendere strutturale la misura consentirebbe alle donne di avere un’opportunità per uscire in via anticipata dal mondo del lavoro. Rappresenterebbe il raggiungimento di un traguardo in più per la tutela delle donne, e consentirebbe di poter procedere con ulteriori battaglie per l’affermazione di altri importanti diritti ed obiettivi, senza dover ogni anno combattere per l’affermazione uno strumento la cui utilità è stata già ampiamente dimostrata dai fatti!

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