Opzione Donna: confermati i vecchi requisiti in Senato. La gioia e l’entusiasmo delle donne

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Nel disegno di legge approvato in Consiglio dei ministri in merito alla prossima Manovra economico finanziaria, l’età per il pensionamento anticipato con Opzione Donna era stata alzata da 58 a 60 anni per le lavoratrici dipendenti e da 59 a 61 anni per quelle autonome, suscitando sorpresa e sgomento da più parti. Dopo l’approvazione del testo, dentro la maggioranza si erano sin da subito levate diverse voci di dissenso, per spingere ad eliminare lo scalino e ripristinare i precedenti requisiti.

Al Senato si torna ai vecchi requisiti per Opzione Donna

La buona notizia per tante lavoratrici è che la modifica dei requisiti è scomparsa nel testo approvato in Senato, che ora dovrà passare al vaglio del Parlamento. Opzione Donna per il 2022 rimane per un altro anno con gli stessi requisiti fissati nel 2021: 58 anni d’età per le dipendenti e 59 per le lavoratrici autonome. Resta, quindi, invariata la vecchia formula di Opzione donna senza l’inasprimento dei requisiti d’accesso. Rimane in vigore il calcolo dell’importo secondo le regole del sistema contributivo e le finestre di uscita differite nel tempo, nonchè il requisito dell’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni. La pensione non verrà erogata subito, ma permarranno le «finestre mobili», cioè un differimento del pagamento: 12 mesi dalla maturazione dei requisiti per le dipendenti e 18 mesi per le autonome.

Le prime parole della sottosegretaria al Lavoro Tiziana Nisini

A dare la conferma del ritorno alla vecchia Opzione donna, dopo che il ministro del Lavoro Andrea Orlando ne aveva preannunciato la possibilità nei giorni precedenti, è stata ieri la sottosegretaria al Lavoro, Tiziana Nisini: «Le donne hanno vinto. La soglia di 60 anni prevista dal testo della manovra è saltata e si torna al requisito precedente: 58 anni per le lavoratrici dipendenti e 59 anni per le autonome. È un grande successo e sono orgogliosa del lavoro fatto in questi giorni. Ho ricevuto tantissimi messaggi di lavoratrici che chiedevano il ritorno ai requisiti iniziali di questa misura che da anni è un punto di riferimento per migliaia di donne. Si parla spesso di parità di genere ma poi ci dimentichiamo di trasformare le parole in fatti».

La mobilitazione di tutte le donne e del gruppo Opzione donna: le escluse

Grande la mobilitazione, nei giorni che hanno preceduto le modifiche, da parte delle donne e dei gruppi Facebook che da anni si occupano di Opzione donna, una misura di prepensionamento utilizzata da anni da migliaia di lavoratrici. Preoccupazione e sconcerto si era diffuso nel mondo femminile nell’ultima settimana, dopo l’approvazione del testo della Manovra in Cdm. Entusiasmo e sollievo hanno, invece, sortito in tante lavoratrici le modifiche intervenute sul testo approvato in Senato. Le donne unite hanno rappresentano una forza, ed insieme in queste giorni hanno fatto sentire univoca e forte la propria voce di dissenso di fronte ad una modifica, che è stata avvertita come profondamente ingiusta ed iniqua.

Una gioia immensa ha letteralmente travolto anche Paola Viscovich, amministratrice del gruppo Facebook Opzione Donna: le escluse, che da sempre è vicina alle donne in questa lunga ed incessante battaglia per la proroga di Opzione Donna, e che si è così espressa subito dopo la diffusione del nuovo testo della Manovra modificato in Senato: “È con enorme piacere, e anche con molta emozione che condivido con voi il testo modificato che arriverà in Parlamento. Questa è la vittoria di tutte le donne, di tutti i gruppi che si occupano di opzione donna, al di là di qualsiasi colore politico“.

Le parole di Maria Pallini esponente del Movimento 5 Stelle

Soddisfazione e grande entusiasmo sono giunte anche dall’onorevole Maria Pallini, esponente del M5S, che orgogliosa del risultato ottenuto in Senato, ha rilanciato una nuova sfida per il futuro, ossia l’introduzione della misura in via strutturale all’interno del nostro sistema. Sottolinea la Pallini su Facebook: «Una battaglia portata avanti dal Movimento 5 Stelle a favore delle donne e vinta. Nell’ultima bozza della Legge di Bilancio varata dal Governo, per accedere ad Opzione Donna 2022 sono previsti i requisiti che già avevano consentito alle lavoratrici dipendenti di 58 anni e alle autonome di 59 di andare in pensione. Prima di questo correttivo apportato al testo, infatti, la misura era stata prorogata con l’ipotesi di innalzare il dato anagrafico rispettivamente a 60 e 61 anni, gettando nello sconforto moltissime lavoratrici.

Abbiamo raccolto il loro malcontento e ci siamo impegnati per il ripristino dei “vecchi” requisiti di età. Bene, dunque, il passo indietro del Governo che va nella direzione da noi auspicata di tutelare tutte quelle donne che, se vorranno, potranno decidere di uscire dal mondo del lavoro. Il prossimo step è rendere strutturale questa misura per le lavoratrici che si dividono tra lavoro e cura della famiglia, spesso assistendo da sole disabili ed anziani. La donna non deve essere costretta a scegliere tra occupazione e vita privata né lavorare in condizioni di precarietà o di difficoltà ma accompagnata verso la piena realizzazione di sé».

Prossimo step dopo la proroga di opzione donna la sua introduzione nel sistema in via strutturale

Tutti uniti nel manifestare gioia per questo importante risultato, che è quello di tutte le donne che unite fanno sempre la differenza! Al di là delle opinioni divergenti e della penalizzazione che tale misura possa comportare in termini economici, opzione donna è un’opportunità, che va garantita alle donne che scelgano di volerne usufruire. Dopo il consolidamento di questo risultato il prossimo step sarà quello di rendere strutturale questa misura per le lavoratrici, e consolidare una volta e per tutte in via definita un importante diritto per le donne.

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