Nel decreto “pensioni” anche la riforma della governance dell’Inps: le ultime novità

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All’interno del decreto legge con cui verranno inseriti il Reddito di cittadinanza, Quota 100 ed altri provvedimenti di natura previdenziale, troviamo anche la riforma della governance dell’Inps. L’idea è quella di rinunciare “all’uomo solo al comando” e dotare Inps e Inail di un Consiglio di amministrazione. Secondo Domenico Proietti, segretario confederale della Uil, “Il Governo deve varare una vera riforma della governance dell´INPS e dell´INAIL attraverso un modello duale”.

Secondo il leader sindacale “non è sufficiente reintrodurre un consiglio di amministrazione, ma occorre ridisegnare complessivamente il sistema”. “Infatti, la bozza del decreto pensioni affronta in modo parziale la riforma della governance dei due enti, rispetto ai quali si deve rafforzare il ruolo e la funzione dei Civ, dove siedono le Parti Sociali, rappresentanti dei lavoratori dipendenti e delle imprese e che sono gli azionisti di maggioranza di questi enti, dotandoli di reali ed esigibili poteri d´indirizzo e di controllo. Solo così, si può dar vita ad enti efficienti, trasparenti e partecipati”, ha puntualizzato Proietti.

Il punto dell’USB

La USB Pubblico Impiego INPS ha espresso il proprio apprezzamento rispetto alla scelta di modificare l’attuale governance dell’INPS ripristinando un governo collegiale dell’Istituto con la ricostituzione di un Consiglio d’Amministrazione. “Nei quattro anni di mandato del presidente, prof. Boeri, l’INPS ha complessivamente peggiorato le sue prestazioni, portando in evidenza tutti i limiti della scelta di affidare il governo di una macchina complessa come quella rappresentata dall’Istituto ad un organo monocratico, come previsto dalla riforma della governance contenuta nel Decreto Legge 31 maggio 2010 N. 78.

Ben venga, quindi, un sostanziale ripensamento di quella scelta, facendo in modo che chiunque sia chiamato a guidare l’INPS ed a far parte di un rinnovato Consiglio d’Amministrazione abbia le competenze e l’esperienza necessarie ad assicurare una ripresa della funzionalità dell’Istituto. Tuttavia quello che bisogna assolutamente evitare, a parere della scrivente organizzazione sindacale, è di concedere al prof. Boeri un’eventuale, seppur contenuta nei tempi, proroga del mandato. L’INPS ha bisogno di voltare pagina nei tempi più brevi possibile”, ha dichiarato l’USB.

La riforma dell’Inps

Secondo l’USB Pubblico Impiego INPS: “L’Istituto ha bisogno d’incrementare il proprio organico, per rispondere ai compiti che continuano ad essere assegnati all’INPS, che rimane un pilastro centrale del Welfare nazionale. La scrivente organizzazione sindacale da tempo indica la necessità di 6.000 nuove assunzioni entro il 2020 per poter assicurare continuità nell’erogazione dei servizi ed avviare il necessario ricambio generazionale. Un risultato parziale è stato ottenuto ma non basta: senza una rapida immissione del personale necessario si rischierà la chiusura di molte Agenzie territoriali ed è un’eventualità che andrebbe scongiurata per non compromettere la vicinanza e il rapporto con i cittadini.

Infine si rappresenta la necessità di fornire nuove motivazioni al personale dell’Istituto, risolvendo una volta per tutte l’annoso problema dell’esercizio in modo continuativo di mansioni superiori, che interessa oltre 6.000 funzionari dei circa 27.000 in servizio, dando inoltre la possibilità d’incrementare il Fondo per la produttività, per poter contare su leve contrattuali che riconoscano un incremento del salario accessorio a fronte delle continue richieste di aumento della produttività”.

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