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Home Politica ed Economia

Minaccia di procedura di infrazione per debito eccessivo dell’Italia

Il governo ha tre settimane per presentare una nuova versione della legge di bilancio. Altrimenti partirà la procedura di infrazione. Di cosa si tratta, e cosa rischia l'Italia.

Autore: Mariella Marotta
24 Ottobre 2018
- Categoria: News, Politica ed Economia

Bruxelles non è stata convinta dalla risposta del ministro dell’Economia, Giovanni Tria, alla lettera con la quale la Commissione Europea aveva contestato, lo scorso 18 ottobre, una “deviazione senza precedenti” nella manovra del governo rispetto ai parametri del Patto di Stabilità e Crescita. E senza precedenti è anche la decisione, assunta collegio dei commissari, di rigettare il documento programmatico di bilancio dell’Italia e di chiedere al governo di presentarne una nuova versione il più presto possibile, al più tardi entro tre settimane.

In caso contrario, verrà aperta una procedura di infrazione per debito, come annunciato dal vice-presidente della Commissione responsabile per l’euro, Valdis Dombrovskis, durante una conferenza stampa dopo aver annunciato il parere negativo sulla manovra dell’Italia. 

Una seconda chance data all’Italia per rientrare nelle regole europee.

Per il governo italiani si tratta di una seconda opportunità per riallinearsi alle regole europee, in particolare sugli obiettivi di deficit nominale e strutturale. A quel punto il governo avrebbe tre settimane per inviare un nuovo documento programmatico di bilancio, su cui la Commissione si deve esprimere “quanto prima”. Se invece il governo decidesse di mantenere invariati i saldi della manovra, in quell’occasione l’esecutivo comunitario potrebbe scegliere la strada dell’apertura di una procedura per deficit eccessivo per violazione della regola del debito. 

La versione attuale della manovra italiana sembra indicare “una inosservanza particolarmente grave degli obblighi di politica finanziaria definiti nel Patto di Stabilità e Crescita”.

Come funziona la procedura di infrazione e perché in passato ce la siamo cavata.

In passato, l’Italia era stata considerata inadempiente sulla regola del debito, ma il rispetto degli obblighi di riduzione del deficit strutturale era stato considerato come “un fattore rilevante chiave” che ha permesso di evitare una procedura, spiega la Commissione.

Le conclusioni dell’ultimo rapporto sul debito sull’Italia, nel quale la Commissione aveva deciso di non aprire una procedura, potrebbero essere “riviste” alla luce della “deviazione significativa programmata” dal governo.

Ma come funziona la procedura di infrazione? Se la Commissione giunge alla conclusione che il paese è venuto meno ai propri obblighi a norma del diritto dell’Ue, può inviare un parere motivato, vale a dire una richiesta formale di conformarsi al diritto dell’Unione in cui spiega perché ritiene che il paese violi il diritto dell’UE. La Commissione chiede inoltre al paese interessato di comunicarle le misure adottate entro un termine preciso, in genere due mesi.

Se il paese continua a non conformarsi alla legislazione, la Commissione può decidere di deferirlo alla Corte di giustizia. Se, nonostante la sentenza della Corte di giustizia, il Paese continua a non rettificare la situazione, la Commissione può deferirlo una seconda volta dinanzi alla Corte, proponendo che quest’ultima imponga sanzioni pecuniarie, che possono consistere in una somma forfettaria e/o in pagamenti giornalieri.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Diritto.news
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Mariella Marotta

Mariella Marotta

Laureanda in Studi Umanistici, indirizzo in Lettere Moderne, all’Università Federico II di Napoli, è appassionata di arte, letteratura, cinema, moda e da ex pugile, di sport.
Mail: m.marotta@diritto.news

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