Migranti, la stretta di Matteo Salvini ai Prefetti sul diritto dei richiedenti asilo

Migranti, la stretta di Matteo Salvini ai Prefetti sul diritto dei richiedenti asilo

Diritto d’asilo, la stretta di Matteo Salvini. Con una circolare a prefetti e presidenti delle commissioni per il riconoscimento della protezione internazionale, il vicepremier e Ministro dell’Interno Matteo Salvini, ha richiesto velocità e attenzione nel dare accoglienza a chi scappa veramente dalla guerra ma anche nel bloccare tutti coloro che non ne hanno diritto.

Questa circolare inviata ai prefetti, alla commissione incaricata di decidere sul diritto d’asilo e ai presidenti delle sezioni territoriali è una svolta sul tema della protezione umanitaria.  Lo scopo è quello di ridurre il numero di protezioni umanitarie che vengono concesse (donne incinte, minorenni che affrontano la traversata per arrivare in Europa, ma anche a persone con un vissuto difficile alle spalle o che sono rimaste per lungo tempo in Libia).

La stretta di Matteo Salvini sul diritto d’asilo.

Nell’ultimo anno le autorità hanno dato il loro via libera al 7% delle richieste di asilo, ma al 28% se si guardano i dati relativi alla semplice protezione. Alcune categorie non saranno tuttavia toccate dalla stretta. Donne incinte, bambini e rifugiati restano in Italia, ha commentato il vicepremier e ministro Matteo Salvini poco dopo le polemiche scaturite sul rischio dello status di riconoscimento umanitario anche per donne in stato di gravidanza e per bambini.

Nel testo, il titolare del Viminale, chiede ai prefetti, alla commissione per il diritto d’asilo e ai presidenti delle sezioni territoriali per il riconoscimento della protezione umanitaria di restringere al massimo la concessione di questi permessi. Si tratta della protezione umanitaria, una sorta di diritto d’asilo light che viene concesso per due anni (rinnovabili) in condizioni accertate di difficoltà umanitaria.

Il vicepremier e il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha scritto che il permesso di soggiorno per motivi umanitari è stato concesso in una varia gamma di situazioni collegate, a titolo esemplificativo, allo stato di salute, alla maternità, alla minore età, al tragico vissuto personale, alle traversie affrontate nel viaggio verso l’Italia, alla permanenza prolungata in Libia, per arrivare ad essere uno strumento premiale dell’integrazione.

D’ora in poi, ha sostenuto Matteo Salvini, cambierà tale prassi  che ha comportato la concessione di un titolo di soggiorno ad un gran numero di persone che, anche in base alla normativa europea sul diritto d’asilo, non avevano al momento dell’ingresso del nostro Paese i requisiti per la protezione internazionale e che, ora, permangono sul territorio con difficoltà d’inserimento e con consequenziali problematiche sociali che, nel quotidiano, involgono anche motivi di sicurezza.

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