Mense, è scontro: 500 ore di lavoro in meno!

I sindacati sono ormai quasi certi: si va allo scontro con il nuovo gestore delle mense scolastiche e i suoi progetti al ribasso. L’assessore Silvia Straneo invece è più ottimista: «Un accordo alla fine si troverà».

Per ora il primo incontro tra le organizzazioni di categoria di Cgil, Cisl e Uil e la coop Solidarietà e lavoro che ha vinto l’appalto è andato male. Così ieri mattina sotto Palazzo Rosso si è radunata una rappresentanza delle lavoratrici del servizio mensa e hanno protestato rumorosamente, prima che una delegazione salisse a conferire con l’assessore stesso.

Manifestazione davanti al municipio dopo il primo incontro con il nuovo gestore.

La situazione vista dalla parte sindacale è chiara: la coop si è presentata al primo incontro, mercoledì (l’assegnazione dell’appalto il Comune l’aveva firmata, pur con riserva, solo martedì), all’apparenza molto impreparata: non ha fornito numeri sui posti da occupare, né tanto meno particolari sulla nuova organizzazione.

Ma un dato i dirigenti di Solidarietà e Lavoro se lo sono lasciato sfuggire: il progetto presentato al bando di gara e risultato vincitore (ma finora tenuto gelosamente riservato) prevede nel complesso 1350 ore lavorative alla settimana, cioè ben 500 in meno rispetto alle attuali 1850.

Con questa premessa è chiaro che chi conserverà il posto di lavoro rischia di vedersi tagliare di un quarto le ore di prestazione, con conseguente «dimagrimento» di buste paga già ora non faraoniche (tra i 600 e i 900 euro).

Fabio Favola, Cgil, e Maura Settimo, Uil dicono che è dall’inizio di questa vicenda che avvertono il Comune sull’insostenibilità della situazione: fin dall’inizio si vuole risparmiare sulla pelle dei lavoratori. In questa situazione non è scontato che il servizio parta nei tempi programmati.

Infatti l’inizio è previsto per il 3 ottobre, almeno per gli asili, mentre per le scuole dell’obbligo era già stato posticipato al 24 settembre, sollevando le lamentele dei genitori che hanno anche un sito facebook: mai così tardi.

Il punto per i lavoratori invece è che i 22 di Aristor e gli 81 di Alessandria Servizi sono in procedura di licenziamento collettivo, in Regione: riunione fissata il 13 settembre; invece i 7 di Sotral e i 2 di Elior dal 1° settembre sono «a spasso». Secondo i sindacati potrebbero anche aprire una vertenza legale col Comune, che è il committente.

L’assessore però non ci sta. In una nota parla di toni inadeguati nel dibattito ed esprime perplessità per la strumentalizzazione da parte delle forze sindacali e di alcune forze politiche.

Inoltre ribadisce che il bando conteneva tutte le tutele consentite dalla Legge e dal Codice degli Appalti ed è analogo a quello di Valenza, città che con Alessandria condivideva il servizio Aristor.

Infine ricorda che, stando ai bandi, parte del personale dovrà essere assunto dalle aziende affidatarie di Alessandria e di Valenza. Quel «parte» è sufficiente ad accendere le polveri. In caso di scontro tra sindacati e coop il Comune starà dalla parte degli interessi veri dei lavoratori.

Tempo non ce n’è tanto. Il 28 i sindacati incontrano di nuovo Solidarietà e Lavoro, mentre per la prima volta Vivenda che ha vinto l’appalto a Valenza. Là l’assessore Massimo Barbadoro è sicuro che si troverà un accordo.

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