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Home Politica ed Economia

Manovra, spunta nuova ipotesi: tetti automatici quota 100 e reddito di cittadinanza

L’ipotesi per le pensioni è quella di optare per finestre più lunghe, nel caso in cui le domande presentate agli sportelli dell’INPS fossero eccessive.

Autore: Mirzia Palmieri
11 Dicembre 2018
- Categoria: News, Politica ed Economia

La quota 100 e reddito di cittadinanza, le due misure cardine dell’esecutivo Lega-M5S, potrebbero subire dei correttivi. Nel dettaglio, è spuntata ipotesi dei tetti automatici per tenere sotto controllo la spesa. Su il Messaggero si legge: “le clausole si accompagneranno ad un taglio di 3-3,5 miliardi dei 16 miliardi stanziati nel maxi fondo per il finanziamento dei due provvedimenti. La cifra non è ancora stata completamente definita, anche perché il Reddito, a differenza della riforma delle pensioni, ha qualche difficoltà in più a far quadrare i conti senza intaccare sostanzialmente le platee e l’ammontare del sussidio”.

Sul quotidiano, si legge ancora: “la riforma «Quota 100», che permetterà dal prossimo anno di lasciare il lavoro con 62 anni di età, avendo versato contributi per almeno 38 anni, avrà una dote iniziale di 5 miliardi contro i 6,7 miliardi indicati fino ad oggi. Il fondo lieviterà a 7 miliardi nel 2019 per salire a 9 miliardi nel 2020”.

Le possibili correzioni alle finestre di uscita di quota 100 e il tetto al reddito di cittadinanza

La riforma delle pensioni prevede delle finestre trimestrali per poter lasciare il lavoro. Per i dipendenti della Pubblica Amministrazione, a differenza dei dipendenti privati, è prevista una finestra di uscita semestrale. Praticamente, se un dipendente privato che ha maturato il diritto al pensionamento a dicembre 2018 potrà uscire effettivamente a marzo 2019 e percepire il primo assegno ad aprile 2019, un dipendente della Pubblica Amministrazione, invece, dovrà aspettare altri sei mesi per uscire dal lavoro, incassando il primo assegno pensionistico ad ottobre 2019.

Dato che la riforma delle pensioni si basa su delle ipotesi di flussi d’uscita e richiesta di pensionamento anticipato, oltre a dover rispettare gli equilibri di spesa concordati con la Ue, se dovessero arrivare più domande di pensionamento di quelle preventivate le finestre di uscita potrebbero allungarsi. Come viene riportato su il messaggero: “nel caso del Reddito di cittadinanza, invece, lo stanziamento definitivo che verrà indicato nella manovra, agirà come una sorta di tetto, nel senso che se dovessero arrivare nuove domande una volta esauriti i fondi (e sempre che questi siano effettivamente utilizzati), non avranno seguito fin quando non si libereranno spazi. In questo modo il Reddito diventerebbe una sorta di fondo a rotazione: man mano che dei beneficiari trovano lavoro altri avrebbero accesso”.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Diritto.news
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Mirzia Palmieri

Mirzia Palmieri

Blogger appassionata di web, fotografia cinema e cucina. Si interessa di eventi e cultura.
Mail: m.palmieri@diritto.news

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