L’Italia ricorda la strage mafiosa di Capaci!

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Senza i cortei e le navi della legalità, a causa del Covid-19, Palermo e altre città ricordano l’attentato di Capaci che, ventotto anni fa, costò la vita al giudice Giovanni Falcone, alla moglie Francesca Morvillo e ai tre uomini della scorta, Antonio Montinaro, Rocco Di Cillo e Vito Schifani. Il programma inizia alle 9:00 con la deposizione di fiori davanti alla stele dell’autostrada che ricorda la strage compiuta da Cosa Nostra.

Alle 12.00 una messa di suffragio nella chiesa di san Domenico, il Pantheon dei palermitani illustri che accoglie anche le spoglie di Falcone. La chiusura della giornata alle 17:58, l’ora della strage: flash mob in tutta Italia con lenzuola bianche esposte ai balconi. L’esposizione delle lenzuola, che si richiama a una campagna della società civile lanciata dopo l’attentato del 1992, nasce da un impulso della Fondazione Falcone e di #PalermochiamaItalia che hanno scelto uno slogan per riassumere il senso dell’iniziativa: “Il mio balcone è una piazza”.

Alle 17:58 davanti all’albero Falcone sarà suonato Il Silenzio. Nello stesso momento nel giardino della caserma Lungaro sarà collocata la teca di Quarto Savona Quindici con i resti contorti dell’auto della scorta e sarà rappresentata la “Corale del silenzio” del drammaturgo Vincenzo Pirrotta con la partecipazione di Salvo Ficarra e Valentino Picone, di attori del Teatro Biondo e di alcuni musicisti.

Mattarella: “Falcone e Borsellino hanno fatto luce sulle tenebre”! 

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha dichiarato: “La mafia si è sempre nutrita di complicità e di paura, prosperando nell’ombra. Le figure di Falcone e Borsellino, come di tanti altri servitori dello Stato caduti nella lotta al crimine organizzato, hanno fatto crescere nella società il senso del dovere e dell’impegno per contrastare la mafia e per far luce sulle sue tenebre, infondendo coraggio, suscitando rigetto e indignazione, provocando volontà di giustizia e di legalità.”

Mattarella ha aggiunto: “I mafiosi, nel progettare l’assassinio dei due magistrati, non avevano previsto un aspetto decisivo: quel che avrebbe provocato nella società. Nella loro mentalità criminale, non avevano previsto che l’insegnamento di Falcone e di Borsellino, il loro esempio, i valori da loro manifestati, sarebbero sopravvissuti, rafforzandosi, oltre la loro morte: diffondendosi, trasmettendo aspirazione di libertà dal crimine, radicandosi nella coscienza e nell’affetto delle tante persone oneste”.

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