L’improcedibilità senza querela: le polemiche sulla riforma Cartabia

Marta Cartabia

Una delle più caratteristiche novità introdotte dalla cosiddetta riforma Cartabia, che ha modificato certe norme sull’amministrazione della giustizia, sta suscitando polemiche e discussioni. Si prevede ad esempio l’estensione dei reati per cui si procederà penalmente solo dopo la presentazione della querela dalla parte lesa. Di fatto, dal primo gennaio sono aumentati i reati che vengono perseguiti solo se viene presentata un’apposita querela, e sono diminuiti quelli in cui l’azione penale viene avviata d’ufficio, automaticamente appena se ne viene a conoscenza, anche senza querela della vittima.

Tre mesi per presentare la denuncia.

Come spiega il sito Ilpost.it, i nuovi reati per i quali da gennaio non ci sarà più la procedibilità d’ufficio rientrano nelle tipologie sia dei reati contro la persona sia contro il patrimonio. In questi casi, in cui prima si procedeva d’ufficio, l’autorità giudiziaria non avvierà più l’azione penale, quindi l’indagine e l’eventuale processo, in mancanza di una denuncia della persona offesa. La parte lesa avrà di tempo tre mesi per presentare la denuncia. L’azione avviata d’ufficio non è revocabile, cioè non può essere fermata e annullata, come avviene invece nelle procedure a fronte di querela. In questo secondo caso l’azione penale può essere interrotta se c’è la remissione della querela stessa. Nel caso si proceda d’ufficio, si va avanti indipendentemente dalla volontà della parte lesa.

Un tentativo di snellimento!

L’introduzione della novità è dovuta al tentativo di giungere a uno snellimento e a una maggiore efficienza della giustizia penale. In effetti, viene introdotto un filtro che selezionerà i casi nei quali sia effettivamente necessario l’intervento del giudice penale. L’obiettivo è quello di ridurre il numero dei procedimenti, per rimediare all’intasamento della giustizia italiana. L’estensione dei reati con procedibilità a querela riguarda soprattutto quelli «che si presentano con una certa frequenza nella prassi e che si prestano a condotte riparatorie e risarcitorie». L’articolo 162-ter del codice penale stabilisce infatti che nei reati perseguibili a querela «il giudice dichiara l’estinzione del reato quando l’imputato ha riparato interamente il danno con le restituzioni o il risarcimento e ha eliminato, ove possibile, le conseguenze dannose o pericolose del reato».

Una norma che promuove l’impunità?

Una parte di magistrati e alcuni giornali sostengono che sia una norma che promuove l’impunità, e che permetterà a persone colte in flagranza di reato di evitare il carcere. Comunque la novità della riforma Cartabia non implica alcuna depenalizzazione: in procura il fascicolo viene aperto e la vittima ha tre mesi di tempo per formalizzare le accuse. Tuttavia si evita la carcerazione preventiva delle persone sorprese a commettere certi reati.

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