Libretti al portatore addio: dal primo gennaio una multa per chi non lo fa

Libretti al portatore addio: dal primo gennaio una multa per chi non lo fa

Il libretto al portatore esiste dal 1876, quattordici anni dopo la nascita delle Poste (in origine si chiamavano Poste di Sardegna, da Regno di Sardegna). A fine anno gli si dovrà dire addio. Dopo il 31 dicembre 2018 difatti saranno inutilizzabili e per i ritardatari sarà applicata una sanzione amministrativa da 250 a 500 euro. L’obbligo di estinzione è legato alle misure di contrasto al riciclaggio.

Lo rende noto il Ministero dell’Economia e delle Finanze sottolineando che già dallo scorso 4 luglio 2017, banche e Poste italiane devono emettere esclusivamente libretti di deposito nominativi. Dalla stessa data i libretti bancari o postali al portatore non possono più essere trasferiti da un portatore ad un altro.

Libretti al portatore addio, c’è obbligo di estinzione

I libretti di risparmio si dividono in libretti nominativi e al portatore. I primi, quelli nominativi, per intenderci solo il soggetto cui corrisponde il libretto può ritirare i soldi. Quelli di cui parliamo oggi, al portatore, non erano in origine collegati ad alcun soggetto quindi chiunque li esibisse poteva ritirare i soldi: i portatori, appunto.

In origine perché da una decina d’anni di fatto anche il libretto al portatore dava più garanzie e poteva essere utilizzato solo dal titolare. In ogni caso questo strumento andrà in soffitta per agevolare la lotta all’evasione fiscale e porsi contro eventuali commerci illeciti.

I titolati del libretto (se avete genitori o parenti anziani, ricordateglielo!) dovranno prestare attenzione a questa scadenza: dopo il 31 dicembre infatti, le banche e le Poste dovranno sì restituire quanto dovuto ma applicando una sanzione tra i 250 e i 500 euro.  Per evitare questa multa i risparmiatori potranno: incassare il denaro o trasferire l’importo su un conto corrente o su un altro libretto di risparmio.

Non ci sono numeri ufficiali ma a differenza dei conti dormienti, quelli per intenderci non movimentati per dieci anni e il cui importo assicura ogni anno un gettito di circa 100 milioni, l’importo di cui parliamo stavolta è più modesto. La gran parte di questi libretti è raccolta dalle Poste. Spulciando il bilancio di Cassa Depositi e Prestiti (che gestisce i fondi della raccolta delle Poste) l’importo l’anno scorso era pari a 33 milioni di euro.

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