Legge di bilancio 2020: l’analisi dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio

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Giuseppe Pisauro, Presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio (UPB), nel suo intervento presso le Commissioni Bilancio di Camera e Senato nell’ambito dell’esame della manovra economica per il triennio 2020-2022 ha analizzato i contenuti della manovra – decreto 124/19 e DDL di bilancio – illustrando le valutazioni dell’UPB sul suo impianto complessivo e sugli andamenti delle principali grandezze di finanza pubblica, passando in rassegna i principali interventi ipotizzati e i loro effetti, sottolineandone aspetti condivisibili e elementi di criticità.

Nel corso dell’audizione è stato messo in evidenza come il contesto economico in cui nasce la Legge di Bilancio 2020 resti debole. “Nel terzo trimestre dell’anno il PIL è aumentato in termini congiunturali dello 0,1 per cento. La previsione, sulla base dei modelli di breve termine, dell’UPB indica per lo scorcio finale dell’anno una variazione del PIL appena positiva”, ha chiarito Pisauro. L’UPB ha effettuato un’analisi sugli effetti della manovra di bilancio sull’attività economica nel prossimo triennio. Secondo le simulazioni effettuate, la manovra di bilancio avrebbe un effetto espansivo sul PIL reale nel complesso del triennio 2020-22 di 0,3 punti percentuali, appena al di sotto di quello stimato dal MEF nel DPB (0,4 punti).

Spese ed entrate complessive

Un secondo aspetto problematico della manovra per l’UPB è relativo agli andamenti fortemente divergenti previsti per le spese e le entrate complessive. “Al netto delle clausole di salvaguardia, le maggiori entrate nette, pari a 7,5 miliardi nel 2020, si riducono progressivamente (a 5,3 e a 3,9 miliardi nel 2021 e nel 2022); le maggiori spese nette, molto inferiori nel primo anno (0,7 miliardi), crescono invece sensibilmente, raggiungendo gli 8,5 miliardi nel 2021 e gli 11,3 miliardi nel 2022, con una componente preponderante di quelle di natura corrente”, segnala Pisauro.

L’andamento del quadro macroeconomico

Per l’UPB, inoltre: “Le grandezze di finanza pubblica appaiono in ogni caso soggette a rischi e incertezze derivanti dall’andamento del quadro macroeconomico. Un forte peggioramento del contesto internazionale potrebbe influire negativamente sulla domanda estera rivolta al nostro Paese e quindi sulla crescita del PIL, che potrebbe risultare inferiore a quella dello scenario programmatico prospettato nella NADEF. Inoltre, sul fronte dei tassi di interesse, la situazione favorevole dovuta alla loro recente riduzione è soggetta a incertezza, con rischi sulla spesa per l’onere del servizio del debito”.

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